martedì 14 dicembre 2010

BUON NATALE!

La storia di una cartolina
Ho scritto tante cartoline di auguri per natale, forse troppe, 
ma ne mancava una che fosse unica tra tutte. è ora di rimediare con quella di oggi. 
Non è del tutto nuova ma ne completa una precedente che, se rimane monca, rischia di non dir niente: in pratica, basta aggiungere una conclusione che sembra necessaria.

Erode manda i soldati per uccidere perché ha paura di perdere il suo regno
il Re dei cieli manda suo figlio per portare la pace...
e, ora la conclusione:
quel che per noi importa è sapere se siamo i soldati o i pastori del presepio.
Se, poi, non è abbastanza chiara si può aggiungere ancora una spiegazione.
Tutti gli uomini sono degli ‹incaricati›, a meno che pensino di essere solamente dei ‹salariati›, ciascuno deve decidere se lavorare per chi porta morte, oppure vita;
se. ancora, qualcuno non sa ancora cosa decidere, basta che guardi cosa porta in mano se la spada del soldato o il bastone del pastore, in altre parole, se egli lavora per fare danni, oppure per seminare il bene.

mercoledì 8 dicembre 2010

Un disegno simpatico


Il burbero benevolo

Il burbero benevolo è sempre simpatico
viene insieme alla gioia come una coppa di vino
(Disegno di un’antico boccale di  terracotta).

Massime



Così o cosà


Nessuno vive così o cosà
senza motivo né qualità.

martedì 7 dicembre 2010

Festa dell'Immacolata


Come vedo io la Madonna?
Come una mamma con tanti bambini che, se stanno in casa, rompono tutto e fanno disastri, così li lascia andare fuori a giocare, torneranno poi loro, quando avranno fame e saranno stanchi; allora lei li rifocillerà e preparerà per loro un letto caldo per riposare.
I bambini si troveranno in una casa amica, si ricorderanno sempre della mamma, dimenticheranno invece facilmente i loro castelli fatti di sabbia, lo sporco seminato e il disordine combinato.
Ma perché io vedo la Madonna in questo modo?
Perché il suo amore mi ricorda l'amor di Dio.
Dio, con tanti bambini che combinerebbero disastri se stessero in casa e che, allora, li lascia uscire finché stanchi e affamati ritornano da lui.
Insomma Dio ha costruito una casa che è la chiesa, ha preparato una dimora che è il paradiso: egli può sembrare lontano e, invece, l'intera umanità ritorna facilmente da lui e si ricorda solo del suo amore.

giovedì 2 dicembre 2010

Le statuine del presepe


Per ogni mamma il bambino che porta in grembo è un re.
La Madonna sa che è il Re dei re.

sabato 27 novembre 2010

Una lettera a un mio amico



Carissimo H.
È tornato il sole!
Stamane mi pareva di aver risolto il mo problema che mi impediva di capire le tue spiegazioni su quella specie di positivo universale che cancella ogni male personale.
Mi pareva, infatti, che basta distinguere nel male ciò che è danno da ciò che è colpa. Di per sé il male scompare quando si è rimediato al danno e, in questo caso la colpa non ha più ragione d'esistere, a meno che uno preferisca affermare i suoi diritti personali, al posto di promulgare la pace che è, per l'appunto, quel bene che tu indicavi.
Del resto neppure Giuda ha potuto evitare di distinguere colpa e danno e neppure egli ha potuto evitare che un danno diventasse motivo di redenzione, ossia egli stesso si è trovato nelle condizioni di cercare nel danno una chance.
Ti ringrazio che mi hai soffermato su questo problema e ringrazio il Signore di tutte le soluzioni, anche di quella che abbiamo trovato.
Nell'intramontabile unità
Paginario.autore

venerdì 12 novembre 2010

Le chiese della domenica 14 nov. 2010


Chiesa di S, Silvestro - Mittestetten (De)
L'uomo, il fedele, l'altro Gesù è parte necessaria della struttura della religione, alcune delle altre pratiche possono alle volte persino sembrare delle sovrastrutture.

Gli Ebrei ai tempi di Gesù avevano ormai rinunciato agli idoli, non avevano i numerosi templi dei pagani, ma un solo Dio e un solo tempio a Gerusalemme. Venivano pellegrini da tutta la Palestina per ammirarlo: era una costruzione famosa ed era, nello stesso tempo, il simbolo della loro sicurezza.
Gesù a chi gli faceva notare il prestigio del tempio, volge invece la sua attenzione all'uomo e non alle pietre, ai suoi discepoli pietre spirituali di un tempio diverso. Egli sa quanto costeranno queste nuove pietre e quale valore acquisteranno dopo le prove che dovranno superare, per questo vuole premunirle: "Tempi verranno che non rimarrà pietra su pietra... Anche voi dovrete sopportare il martirio a causa della fede..." (Lc. 21, 5-19).

Confessione filosofica




Nel riordinare i miei blog, mi è parso necessario mettere giù in due parole le ragioni che mi hanno mosso a pubblicarli. 
Lo faccio ora con: 
a) una specie di confessione o manifesto o confessione filosofica.
b) una intervista come riassunto e come indicazione pratica di questa filosofia,
c) una testimonianza che è un esempio di applicazione.


a) confessione filosofica
1. Qualsiasi filosofia che non spiega il ‹fenomeno morte› (il fenomeno che va sotto il nome di morte) è in se stessa meno filosofia e più ignoranza , almeno, meno ragionevole; ora l'unica filosofia che spiega la morte è quella di Gesù di Nazaret.
La sua spiegazione è semplice e si potrebbe esprimere in due proposizioni:
_ l'uomo che muore vede Dio così come è
_ L'uomo che muore conosce se stesso come Dio lo vede dall'eternità e come Dio stesso ha supplito ai suoi deficit e alle sue mancanze.
In questo senso la morte è un atto di assertività da parte dell'uomo e una continuata promulgazione di vita da parte di Dio.
Nel contesto di questa filosofia possono nascere tante domande e altrettante risposte che fungono da spiegazioni aggiunte formulate da molti pensatori, anche se non sono essenziali e, alle volte, persino discutibili. 
Una di queste aggiunte raggruppa tutte quelle considerazioni sullo sviluppo della razionalità umana, come quelle fondamentali di Piaget, una volta completate da quelle altre considerazioni che riguardano l'affettività dell'uomo, specialmente così necessaria nei momenti critici del passaggio da uno stadio razionale a quello successivo dello sviluppo umano.
Nel contesto della volontà affettiva dell'uomo, lo studio delle e della virtù occupa un ruolo d'importanza evidente, che insieme alla considerazione delle proprietà della natura umana presentano il presupposto (precognizione) della stessa capacità razionale dell'uomo e, quindi, di ogni filosofia.
In questo senso, per capire il fenomeno morte è necessaria l'intera vita vissuta, cioè lo sviluppo completo della razionalità umana, l'esercizio continuo delle virù e la realizzazione delle possibilità naturali. Una mancanza di sviluppo razionale nelle età prima di aver raggiunto il suo compimento è compensata da un contributo aggiunto e indispensabile delle virtù affettive. In pratica, ogni bambino, ogni giovane e ogni adulto crede ama e spera di raggiungere quella perfezione naturale e razionale che gli farà comprendere tutto il suo modo di vivere e che lo renderà disponibile e ricettivo alla comprensione della sua vita post mortem (il dopo-morte) che diventerà sperimentale solamente nel tempo dell'eternità.
In ogni caso se si rinuncia ad una spiegazione della morte non si può pretendere d'essere maestri, ma ci si deve accontentare di esserne ignoranti. Questo non vuol dire come invece sia sempre possibile continuare ad essere e a divenire eroi, santi e martiri. In altre parole, un uomo ignorante, ma santo è più uomo di un altro che crede di sapere tutto sulla morte, senza mai tendere a una maggiore perfezione. Il termine santo equivale a quello di ‹divino›, cioè di partecipe della spiegazione della morte, quando egli la vivrà in eterno dopo decesso fisico, partecipando alla Causa, vedendo la Ragione, con-sentendo alla Consolazione, della sua esistenza.
Rimarcando a corollario quanto detto, chi non vuole spiegarsi la morte, muore anche nel quotidiano e rinuncia a ogni progresso razionale, chi invece studia il fenomeno morte, può persino essere incolpato di credere a delle illusioni, ma non può essere incolpato di credere a una vita senza motivi e senza spiegazioni che sia peggiore di una continua morte.
Ci sono uomini che lavorano per costruire una società migliore, che se è mortale è anche inutile, tuttavia proprio costoro testimoniano di fare quello che non riescono a spiegare.


b) una intervista 
Come spiegare tutto questo a chi non accetta spiegazioni?
Semplicemente facendogli notare le ragioni del suo vivere, in pratica, il suo stesso vivere è una spiegazione: basta chiedergli
- Perché vivi? Per mangiare per bere e poi morire?
- No! Io vivo per mia moglie, i miei figli e per un futuro migliore.
- Ma tu credi che questo sia possibile?
- Certamente, io credo a tutto questo!
- Ma quale prova mi dai della tua fede?
- Te la posso dare perché io amo la vita.
- Allora è l'amore la prova della vita e della ragione; ebbene, ci può essere un amore meno amante?
- No!
- Ma, allora, l'amore che non muore perché è sempre e perfettamente amante, è il Dio che ti ama per l'eternità.


c) una testimonianza 
Noi abbiamo bisogno di gente che ragiona perché ama e di gente che ama perché ragiona, al punto di preferire quasi un santo al posto di un filosofo.
Io amo moltissimo i santi e, tra questi, ‹San› Palmiro Togliatti che è morto per aver diffuso e praticato una lotta che fosse più dolce di quella messa in atto, per esempio, in Cambogia o in Vietnam, anche se non posso asserire che chi è invischiato in lotte e in guerre, al posto d'essere spietato e crudele, sia quella persona gentile che ama sempre e che non odia mai, tanto da meritarsi il titolo di santo in continuità.


NB. Questa ‹confessione› mi sembrava così importante che l'ho copiata tale quale su tutti i miei blog, perfino su uno che io scrivo in lingua tedesca, purtroppo non tradotto, sperando che qualcuno sappia anche l'italiano meglio di quanto io so il tedesco. 

mercoledì 10 novembre 2010

UN AGGIORNAMENTO NECESSARIO



Un avviso per gli amici che leggono i miei blog.
Sul finire di quest'anno mi sono accorto quanto fosse necessario porre ordine ai miei blog o meglio ancora farne dei nuovi.
Questo blog fin d'ora per ora non sarà cancellato ma sempre più continuerà con quello nuovo che porta il titolo di:
paginarioattuale
Per trovarmi sempre con sicurezza è meglio usare questo blog nuovo.
Qualsiasi informazione o qualsiasi suggerimento è sempre il benvenuto e può essermi inviato aggiungendo un commento ai miei spot.


Per avere una visione completa dei miei blog e dei vari argomenti che trattano clicca su
paginariobacheca



venerdì 5 novembre 2010

una lettera a un mio amico

Carissimo H.
non sono ancora venuto a trovarti malgrado il tuo cortese invito perché sto mettendo ordine ai miei libri, ai miei blog, ai miei propositi e, per non finire ancora, alle mie intenzioni.
ti dico la verità che se voglio lavorare non faccio fatica a trovarlo!
Per ora ho scritto due nuovi blog
Non appena ho finito questo po' po' di roba mi faccio vivo.
Ma almeno lascia che ti scriva per dirti che non ti ho dimenticato
                                                                                   
                                                                      PINO

mercoledì 3 novembre 2010

le chiese della domenica 7 novembre 2010

L'ombra è la testimonianza della luce


La realtà illuminata genera ombre.
La realtà incandescente genera luce.
I Sadducei sembrano dire al Signore: "Come ci può essere il Sole per chi vive nell'ombra?".
Gesù coglie l'occasione per annunciare la resurrezione dei morti in terra, che vivono come angeli in cielo (Lc. 20, 27-38).
Noi ci consideriamo come 'animali ragionevoli' sulla terra ma, volendolo, in cielo figli partecipi nel Padre, redenti nel Figlio, consonanti (riconoscenti) nello Spirito.

Parrochiale di  Schonenberg (DE)

martedì 2 novembre 2010

2 Novembre



Festa del paradiso




In attesa di rivederci di nuovo.

lunedì 1 novembre 2010

Le chiese dei giorni di festa



Ognissanti


S. Stefano, S. Maddalena a Tegernbach (De)


Perdere la casa in terra equivale ad acquistare una reggia in cielo.

sabato 30 ottobre 2010

La storia di due foto



Ieri ho cercato un punto di vista per una foto: l'ho trovato prima scalando il parapetto di un ponte a rischio di cadere nel fiume sottostante, ma poi ho trovato un angelo che mi ha dato la possibilità di fare una nuova foto da una posizione più comoda e con una visuale migliore.
Mi capita sempre così: quando faccio qualcosa che va bene devo ringraziare me stesso, quando faccio qualcosa che va meglio, oltre me, devo ringraziare anche chi mi ha aiutato e, il più delle volte, senza alcun interesse.


martedì 19 ottobre 2010

Un medico legge la bibbia

Riporto una lettera che ho scritto sul mio blog a un mio carissimo amico per invitare il mio lettore a prendere in considerazione questo scritto.
Lo merita!


Carissimo T. Y.
ti ho promesso di inviarti il mio scritto. "Un medico legge la bibbia" ma ho pensato bene di farti avere subito il testo cominciando dal primo capitolo e dagli ultimi che troverai alla fine del mio blog. i motivi di questo cambiamento sono diversi, ma li puoi trovare leggendo l'introduzione del libro. Con questo non voglio dimenticarmi di inviarti il testo stampato se riuscirò a correggerlo come si deve.
Ti ringrazio ancora della tua comprensione e della tua accoglienza che non potrò mai dimenticare.
Scrivimi, mettendo un tuo commento sul blog che mi arriverà personalmente.
Ancora grazie...

lunedì 18 ottobre 2010

CHI FA LA PARTE DEL PROTAGONISTA?



Un epilogo per: "Chi è il protagonista?"


Trent'anni fa scrissi una commedia, eppure anche oggi attuale.
Un anno fa circa la copiai su questo blog.
Poco fa ho modificato il quarto atto e aggiunto un epilogo che, a mio parere, è più importante dell'intera commedia.
Mancava ancora qualcosa di altrettanto importante?!
forse il prologo che qui ho redatto e pubblicato 'in primis' (Vedi nei post precedenti).


Dopo aver pubblicato gli atti e il prologo della mia commedia "Chi è il protagonista?", pubblico ora di seguito anche l'epilogo.
Spero così di soddisfare le richieste pervenutami.


Ogni lettore è libero di scrivere i suoi commenti o le sue critiche sotto ogni post che compariranno sullo stesso post solamente se me ne dà il permesso.


EPILOGO
scena terza


Su una veranda che dà sulla strada una signora anziana, in ombra, che quasi non si vede, che risponde alle domande di un giovane signore, vestito come un buon medico dei giorni nostri. Fuori sulla strada improvvisamente una valanga di giovani gridando vociando e cantando come i beattles del tempo nostro.
Sig. anziana. 
Chi sono?
Medico
Quattro giovanotti che suonano la ghitarra, inneggiano all'amore che deve salvare il nostro mondo ridotto in malomodo! Folle di giovani li seguono entusiasti e i nostri anziani li guardano sorridendo, così le loro canzoni sono diventate popolari! 
Ma io non vorrei interrompere i nostri discorsi...
Sig. anziana. 
Anche mio figlio parlava spesso di ‹amore›; eppure raramente nell'intimità della nostra casa e, ancor più raramente, con gli estranei, piuttosto faceva appello alla fede per risolvere i nostri problemi. Ben presto mi accorsi che non esiste amore senza la fiducia, nè fiducia senza amore.
Medico
Certo! si ha fiducia di qualcuno solo se lo si conosce!
Sig. anziana
Così, proprio così
Il piu delle volte, per non dire sempre, sembrava che mio figlio conoscesse solo il ‹dover essere› delle persone e delle cose, come se si fosse dimenticato del loro esistere abituale alle volte noioso o magari fastidioso!
Ma mi devo spiegare meglio!
Generalmente gli Ebrei aspettavano un Messia nato da una vergine e avevano fiducia che sarebbe venuto, ma proprio per questo vivevano un assurdo pratico, infatti, per un verso volevano avere bambini per ottenere almeno un progenitore del Messia, per un altro verso avrebbero dovuto sapere che sarebbe nato da una vergine. 
La verità invece è sempre più semplice. Io allora da poco passata la fanciullezza, non avevo questi problemi, ma un giorno, mentre spazzavo la casa, improvvisamente, la luce di una persona, anzi una persona tutta di luce, davanti a me m'illuminò di arcano e subito mi disse: "Ti saluto Maria, piena di grazioe, il Signore è con te: ecco, concepirai il Figlio dell'Altissimo!".
Quando l'angelo mi lasciò, io ormai ero un'altra persona. Come prima ero stata il ‹dover essere› di me stessa, dopo ero l'‹essere-incarnata-di-mio-figlio›. In quel momento mi accorsi di amare perché avevo fede e di aver fede perché ero la madre di Dio. Improvvisamente cominciai a capire che portavo nel mio cuore un amore senza limiti e nel mio seno una responsabilità senza confronti.
Trent'anni dopo tutta un'altra esperienza.
I miei parenti e i parenti di mio figlio, lasciarono il paese per andare a cercarlo e per ridurlo a più miti pretese, perché dicevano che era diventato matto. Io che mi ricordavo di come già altre volte ancora altre persone mi avvevano tacciato di pazzia, quando dovetti confessare d'essere madre, eppure vergine, non li lasciai partire da soli, per cercare con la mia presenza che evitassero, loro e non Gesù, di far pazzie; quando arrivammo da lui, ci trovammo davanti una folla di gente senza numero che lo attorniavano e, proprio per questo, non arrivarono nemmno al suo cospetto. Gesù non ricevette nemmno me e io fui contenta di essergli lontana insieme ai miei parenti, prima inferociti, poi sorpresi, ora galvanizzati. In quel momento si ripeteva un'altra situazione assurda: Quella di una umanità che aspettava un mondo nuovo con la rabbia in corpo, oppure con la sorpresa in volto; ma Gesù, immerso nella calca, sembrava dire, anzi disse. "Ecco mia madre: è questa folla che ha fede nella volontà e nella potenza di Dio".
Tra quelle persone non saranno mancati alcuni che avranno pensato che il fare opere che Dio vuole equivale a vivere una sorta di pazzia, eppure non mancheranno mai persone che pur di fare la volontà di Dio siano persino pronti a compiere miracoli.
Medico
Effettivamente è più miracoloso far sempre la volontà di Dio che non qualche volta un miracolo strepitoso. Oggi noi sappiamo che perfino nei mammiferi la stessa partenogenesi non è impossibile. D'altra parte Gesù ha fatto numerosi miracoli e, uno di questi, a Cana di Galilea, perché lei stessa lo ha richiesto.
Sig. anziana
è stato così...
Entrano in scena numerose comparse.
... ma chi sono questi altri?
Medico. 
È una manifestazione politica. La gente incolpa il governo della crisi economica e chiede un rimedio, forse con più rabbia che non speranza, ma certamente per sfogarsi, se può almeno protestare...
Ma io la prego di continuare.
Sig. anziana
Quando mi accorsi che mancava il vino sulla tavola del banchetto degli sposi, mi ricordai che durate tutta la vita non mi era mai mancato il necessario. Era stato per l'intervento di mio figlio o per quello di suo Padre? In casa si lavorava tutti senza illusioni e non senza impegno, ma non ci mancò mai la fede. Così dissi: "Non hanno vino!", perché ogni mamma, se è sola, va dai figli a chiedere aiuto.
È così, basta chiedere aiuto a chi lo può dare e io ero sicura che il Figlio del Padre non lo poteva mancare.
Mi spiego meglio.
Mio figlio non mi ha mai disobbedito anche quando io non sapevo cosa comandargli.
Era così ed è ancora così. 
Una mamma nei primi giorni dopo la nascita del suo bambino anche quando sembra dormire  è sempre al suo servizio: risponde subito alle sue necessità, ancor prima di essere chiamata da un suo strillo; si dimentica di tutto, non della sua creatura. Allo stesso modo, ma viceversa, non può vivere senza di lui. Può succedere che egli, quando poi diventa grande, ha bisogno di un aiuto, oppure al contrario che lei ha bisogno di essere aiutata; ebbene, sia che aiuti il figlio sia che abbia bisogno un aiuto è sempre di primo acchito da e per il figlio e non ha alcuna vita senza di lui. Il mio Gesù è sempre stato per me e io sempre per lui. Quante volte ho sentito successivamente i suoi discorsi fatti alla gente che lo ascoltava. Egli diceva io sono la vite e voi i miei tralci e io pensavo: Gesù è la mia vite, infatti, quando mai non mi sono sentita un suo tralcio? Egli aveva bisogno e io avevo bisogno, io avevo bisogno e mi accorgevo che egli aveva già preso questo bisgno su di sé. 
Per spiegarmi meglio io avevo qualcosa: ecco era per Gesù, lui aveva qualcosa, ecco era per darlo a me. Non era lui che aveva bisogno, ma se lo aveva, era per darmi la possibilità di aiutarlo e se io avevo bisogno era perché potessi far quel che mancava insieme a lui. Ebbene come egli è mio figlio e io non ne ho altri, così egli è il Figlio del Padre e, come io ero il suo tralcio, così egli è la manifestazine dell'onnipotenza del.Padre. Solo in questo modo mi rendevo conto di aver fede in lui e mi sembrava logico chiedergli dei miracoli, che miracoli non sono se invece questo amore diventa abituale ed è sempre di lui per me e di me in lui.
Vedi, Luca, ti dico di più.
Gesù parlava alle folle e diceva a tutti: "Voi siete i miei tralci, uniti, o recisi, che siate". Alla fine della sua vita in terra disse agli apostoli: "Voi siete i miei amici, e io vi ho dato tutto quello che il Padre ha dato a me, ebbene, io sarò sempre con voi se vi amerete l'un l'altro". Io penso che in quel momento aveva trasferito la sua casa in mezzo agli apostoli, o meglio aveva trasferito gli apostoli in paradiso.
Tu mi dirai: "Ma Maria tu sei qui su questa terra! Non sei in paradiso", e io ti rispondo: "Non è forse vero che oggi siamo qui tra noi almeno un poco già in paradiso!"...


Ritorna la gente sulla stada e ricompare il frastuono della folla, mentre si sfuoca l'attenzione sui personaggi di Maria e di Luca.

venerdì 15 ottobre 2010

Massime

La volontà


7014
La volontà non risalta nell’opporsi a ciò che è contrario 
e non consiste nel disporsi a ciò che è favorevole 
ma si avvalora ordinandosi nel difficile. 

giovedì 7 ottobre 2010

CHI FA LA PARTE DEL PROTAGONISTA?

Un prologo per: "Chi è il protagonista?"


Trent'anni fa scrissi una commedia, eppure anche oggi attuale.
Un anno fa circa la copiai su questo blog.
Poco fa ho modificato il quarto atto e aggiunto un epilogo che, a mio parere, è più importante dell'intera commedia.
Mancava ancora qualcosa di altrettanto importante?!
forse il prologo che qui ho redatto e pubblicato 'in primis'.


PROLOGO
Scena unica


Sul palco vuoto, senza scenario, una sola figura: quella del regista.


Regista. Chi è il protagonista?
Giuda?
Oppure quel Gesù che sta dietro le quinte e non compare in scena?
Ma no!
I veri protagonisti di un teatro non sono gli attori, non sono nemmeno le comparse, le donne e i bambini, ma è la 'vita'. Solo dopo compaiono interpreti e commedianti.
Tra l'altro ci manca ancora l'attore principale!
Non si riesce a trovare chi voglia fare la parte di Giuda! 
Non c'è nessuno, oggi, che voglia fare la figura di chi tradisce l'amico, eppure alle volte sembra che si costruiscono amicizie per poter meglio imbrogliare e tradire gli amici.
Ma, forse, uno l'abbiamo trovato!
Ecco, che arriva.
Regista (Rivolto aun nuovo personaggio sulla scena) Buon giorno!.
Figura innominata. Buon giorno.
Regista. Siamo tutti in attesa di una sua decisione.
Allora vuol fare la parte che le abbiamo riservata?
Figura. A dir la verità non sono entusiasta!
Regista. Eppure è un incarico di primo rilievo. È un compito importante.
Figura. Un traditore è forse importante?
Regista. Ma Giuda non voleva tradire nessuno e soprattutto non voleva tradire gli amici, i suoi compagni di sventura, dominati da padroni ricchi e approfittatori.
Figura. Gesù non era suo amico?
Regista. Era un concorrente d'impresa, un rivale in concorso.
Giuda non voleva salvare Gesù, ma gli Ebrei.
Figura. E Gesù, chi voleva salvare?
Regista. Tutti! Anche i Romani che, invece, erano i padroni al potere. Chi vuol troppo si compera la propria rovina! Una mezza misura è sempre più conveniente, almeno per chi non guarda troppo per il sottile!
Il pezzo teatrale è interessante e lei acquisterà la fama dell'atttore di grido.
Insomma, vuole collaborare sì o no?
Figura. E va bene...
Proviamo a andare in scena, se va male mi ritiro in buon ordine...
Regista. Vuol lasciarci nei guai?
Per evitare di essere Giuda tradisce teatro e attori!
Figura. Va bene, ma se non fossi capace di fare il Giuda?
Regista. Lei è la persona adatta! Tutti noi aspettiamo il suo: "Sì". Non ci deve deludere.
Per l'esecuzione, tutti i personaggi in scena sono come dei soldati sul campo di battaglia che obbediscono senza remore al comandante, sicuri di cantar vittoria! Anche per lei non mancheranno le istruzioni d'obbligo. Basterà che le esegua ciecamente.
Figura. Allora il vero Giuda è chi comanda io sono solo una comparsa.
Regista. Quante discussioni, al posto di salvare teatro e attori!
Figura. ... e al posto di salvare lo stipendio di artista...
Regista. Oh, finalmente! Ora vedo che ragiona!
Un buon guadagno è sempre un compenso meritato!
Figura. E, va bene! Allora, cominciamo con stipendio e fama ad andare subito in scena...

Regista. Si comincia, ma prima sulla scena ci sono i farisei, la gente al potere nel tempo e nel paese del nostro teatro.




mercoledì 29 settembre 2010

Una favola con un problema

Un problema che serve
Un mio amico e lettore dei miei blog hascritto al mio indirizzo web una lettera per risolvere un problema nato dalla pubblicazione di una favola che ho pubblicato su  http://www.paginariode@blogspot.com/ con il titolo:
Le bilance di questo mondo - Die Waagen dieser Welt che qui trascrivo
È l'occasione per segnalare ai miei lettori italiani il mio indirizzo. Io cercherò nei limiti del possibile di rispondere: http://www.Paginario.autore@googlemail.com/


A voi oggi sembra del tutto naturale che per comprare qualcosa ci voglia una bilancia per pesare o un metro per misurare la merce. Eppure una volta non era così.
Tanto tempo fa, ma così tanto che non si sa neppure quando, chi comperava doveva mettersi d’accordo con il venditore, non solo sul prezzo della roba, ma anche sulla quantità, e tutto era affidato ad una stima ad occhio con le inevitabili discussioni che non finivano mai.
Finché un giorno ci fu qualcuno che inventò i pesi e le misure e questo sembrò già un vero miracolo. Ma la gente avrebbe avuto ancora paura di sbagliare se non si fosse provveduto a stabilire di esse un campione unico e valido per tutti, su cui ogni altra misura avrebbe dovuto uniformarsi e prendere il suo valore.
Da allora cominciarono a diminuire le discussioni e, anche se ce n’erano, quasi mai andavano a finire in una lite. È vero, c’erano, allora come oggi, quelli che avevano delle bilance grosse, perché vendevano patate e pere, e quelli che ne avevano di piccole perché vendevano oro e pietre preziose, le prime, meno precise, ma più robuste, le seconde invece più precise, ma più delicate. È vero, nessuno aveva una bilancia di assoluta precisione, ma tutti si servivano di quelle che possedevano, senza stare a guardar per il sottile. È vero, c’era ancora qualcuno che aveva delle bilance rotte o, peggio, falsificate apposta, ma erano pochi i disonesti e venivano anche puniti. Così in genere ognuno con il metro e la bilancia che aveva riusciva a fare il commercio che doveva, come succede ancor oggi, e tutti erano abbastanza soddisfatti, come del resto lo siamo anche noi, usando pressappoco gli stessi metodi e misure.
E, alla fine, se si può tirare una conclusione, dobbiamo pur dire che altrettanto utili sono le tante e numerosissime leggi di cui ognuno si serve, che sono più o meno sempre adatte a pesare le azioni degli uomini e a misurare quel rapporto che hanno tra di loro. Ma una sola è la legge vera, quella che non sopporta di essere giudicata da nessun altro giudizio, lei che rimane l’unico campione, misura e peso di qualsiasi altro valore gli uomini possano proporre o vogliano immaginare.


Ebbene, 
un lettore il 24. Sep. (Vor 5 Tagen) mi ha scritto:

Tu descrivi molto bene come gli accordi tra gli uomini si sono perfezionati e come le liti siano diminuite e la vita sia diventata più facile e più bella. 
Ma questa legge, di cui tu scrivi alla fine della favola, dove la troviamo? A che cosa ti riferisci? Se troviamo questa legge, come possiamo adottarla? 

Du beschreibst sehr schön, wie die Absprachen unter den Menschen weitergeführt haben; wie der Streit geringer wurde und das Leben leichter und schöner.
Aber dieses Gesetz, von dem Du am Ende schreibst, wo finden wir das? Was meinst Du da? Wie können wir dieses Gesetz, wenn wir es finden, zur Anwendung bringen?

Liebe Grüße und alles Gute, Dein H.

Così ho risposto:
Carissimo H.
Effettivamente non sono stato chiaro.
Avrei dovuto scrivere:
C'è ancora un'altra misura e un'altra legge: unica, superiore che ordina tutte le altre e che risiede nel nostro cuore. Se non si è mai ascoltata o non si è mai sentita non cesseranno le liti e le guerre; ma ogni dissidio o opposizione è una voce che avverte: "Attento! C'è qualcosa che non va!".

venerdì 24 settembre 2010

Una consulta per il Re

C’era una volta un re che chiamò i sapienti del suo regno a consiglio per mettere ordine nel governo e farlo funzionare alla perfezione. 
Vennero gli scienziati per spiegare e analizzare la situazione, mettere in chiaro che doveva essere riformata e come fino allora non era andata bene.
Vennero i poeti che illustrarono il bello e il sublime che era mancato fino allora al popolo per sollevarsi dalla miseria di un vivere consueto.
Vennero gli amministratori e i giudici per consigliare che si sarebbe dovuto controllare l’immoralità che la faceva da padrona tra la gente.
Il re ascoltò tutti, prese anche degli appunti per non dimenticare niente e, poi, perché era sera tardi, andò a dormire.
Il giorno dopo ripensò a quel che gli avevano detto i consiglieri; ma, dopo aver preso in mano di nuovo gli appunti, si accorse che se non mancavano critiche e lamentele, non c’erano tuttavia né le proposte necessarie né la buona voglia per risolvere la situazione, così quando si trattò di prendere una decisione capì che se egli fosse stato addirittura Dio non avrebbe potuto fare un mondo migliore di quel che aveva trovato nel suo regno.
Ecco perché in quel paese esistono tanti problemi: infatti, malgrado tanti consiglieri, tutti aspettano che il re faccia qualcosa, mentre il re con i consiglieri che ha e la gente che non fa, è costretto ad aspettare ancora per sapere quel che abbisogna e, proprio per questo, quel mondo ancor oggi rimane sempre tale e quale.

venerdì 17 settembre 2010

Foto impressioni


La pace


Una pianta stroncata
una panchina vuota
non sono la meta
d'un uomo che soffre
la lotta e il dolore.
Un cielo infinito
innondato di luce
trapunto di stelle
lo attende con ansia
gli apre le porte
gli dona la pace.

mercoledì 8 settembre 2010

Foto impressioni


Fiori sulla mia strada

Un buio tunnel permette ancora di andare avanti
e un modesto fiore rallegra e incoraggia il cammino.

venerdì 3 settembre 2010

Foto impressioni


Giochi e fiori

I piccoli guardano in cielo e giocano sulla terra.

Chi porta fiori non è mai triste anche se veste poveri panni.

lunedì 16 agosto 2010

Foto impressioni


La natura...
è pacifica


ricca ma non esorbitante,


varia non confusa,


modesta non trasandata,


la natura nelle sue creature è un dono di Dio.

venerdì 6 agosto 2010


Cose e case



I contrasti precisano e definiscono, non si oppongono tra loro.


La vita è un quadro con in mezzo una fonte che alle volte sembra sigillata e invece è protetta dal ghiaccio invernale.


Anche le cose più grandi necessitano di un bidone più piccolo per i rifiuti.