ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Un po' di politica e un po' di religione
Due farisei in un angolo della platea. Evitare che siano come gli attuali rabbini.
Piuttosto come due funzionari di banca, vestiti elegantemente. Il più anziano con gli occhiali a stanghetta, ma non d’oro. Il secondo con una borsa in mano (come un portaborse).
Fariseo più giovane. Molti nel sinedrio non capiscono questo tuo attaccamento nei riguardi di Giuda...
Fariseo anziano. Eppure ci è tanto necessario!
Fariseo giovane. Perché?
Fariseo anziano. Perché un pentito, in giudizio, è la miglior accusa dell’imputato.
Noi possiamo accusare Gesù di ateismo o, il che è lo stesso, di voler egli stesso essere Dio. Ebbene la gente potrebbe dire che noi parliamo per interesse o per paura di perder qualcosa del nostro potere, del nostro ufficio di veri ministri di Dio; ma nessuno della compagnia del maestro, che si dichiari pentito di averlo seguito, può essere accusato di aver qualche interesse a farlo.
Giuda potrebbe essere la nostra prova migliore contro Gesù.
Ecco perché io penso che ci sia tanto necessario.
Noi possiamo accusare Gesù di ateismo o, il che è lo stesso, di voler egli stesso essere Dio. Ebbene la gente potrebbe dire che noi parliamo per interesse o per paura di perder qualcosa del nostro potere, del nostro ufficio di veri ministri di Dio; ma nessuno della compagnia del maestro, che si dichiari pentito di averlo seguito, può essere accusato di aver qualche interesse a farlo.
Giuda potrebbe essere la nostra prova migliore contro Gesù.
Ecco perché io penso che ci sia tanto necessario.
Fariseo giovane. Allora non tanto perché egli ce lo possa consegnar nelle mani...
Fariseo anziano. No! Per carità, questo non bisogna dirlo.
Anche con lo stesso Giuda non ne dobbiam quasi parlare. È sottinteso che ogni buon lavoro merita la sua paga e che chiunque ci consegni il maestro ha diritto ad una taglia ma, se anche consegnare e tradire in fondo son la stessa parola, chi vuol mai fare la figura del traditore?
Anche con lo stesso Giuda non ne dobbiam quasi parlare. È sottinteso che ogni buon lavoro merita la sua paga e che chiunque ci consegni il maestro ha diritto ad una taglia ma, se anche consegnare e tradire in fondo son la stessa parola, chi vuol mai fare la figura del traditore?
Fariseo giovane. Allora non parleremo più di taglie con lui...
Fariseo anziano. Certo!
Piuttosto di come sia importante salvare la nazione, pronti anche a sacrificare i propri interessi.
Piuttosto di come sia importante salvare la nazione, pronti anche a sacrificare i propri interessi.
Fariseo giovane. Ma guarda che bei sacrifici deve fare, chi ha di mira un guadagno!
Fariseo anziano. Eppure, intascando i soldi della taglia, egli, nel medesimo tempo, dovrà confessare a se stessso di voler rinunciare alle sue più alte aspirazioni. Ora il sacrificio dei propri ideali, o almeno delle proprie idee, è uno dei più grandi che un uomo possa mai fare. Eppure, se queste sono state la causa del suo avvicinarsi al maestro, possono anche essere sfruttate, a nostra volta, da noi, perché egli lo possa tradire.
Fariseo giovane. (Con ironia). Povero Giuda che deve rinunciare alle proprie idee oppure ai nostri soldi!
Fariseo anziano. Non bisogna giudicarlo con severità, anzi dobbiamo accordargli sempre fiducia. Vedi, anche il maestro ha fiducia in Giuda.
Pensi forse che non se ne sia mai accorto che egli avrebbe potuto diventare persino un traditore?
Pensi forse che non se ne sia mai accorto che egli avrebbe potuto diventare persino un traditore?
Fariseo giovane. In questo caso avrebbe dovuto già mandarlo via!
Fariseo anziano. Come sei ingenuo!
Allora avrebbe dovuto mandar a casa anche tutti gli altri della compagnia!
Come noi abbiamo bisogno di Giuda, anche Gesù ha bisogno di lui.
Allora avrebbe dovuto mandar a casa anche tutti gli altri della compagnia!
Come noi abbiamo bisogno di Giuda, anche Gesù ha bisogno di lui.
Fariseo giovane. Forse per morire in croce!
Fariseo anziano. Non proprio!
Sta attento: cerco di spiegarmi meglio...
Vedi Gesù è un re.
Tanto è vero che ci vuol detronizzare per comandare al nostro posto...
Ebbene i re, da soli, non possono far niente. Come minimo, han bisogno dei ministri.
Sta attento: cerco di spiegarmi meglio...
Vedi Gesù è un re.
Tanto è vero che ci vuol detronizzare per comandare al nostro posto...
Ebbene i re, da soli, non possono far niente. Come minimo, han bisogno dei ministri.
Fariseo giovane. Per comandare.
Fariseo anziano. Non solo e non sempre, ma anche come rappresentanti del popolo, promotori delle varie istanze delle diverse categorie sociali.
Se è vero che il re comanda è anche più vero che la gente obbedisce solamente a quegli ordini di cui ne sente la necessità.
Se è vero che il re comanda è anche più vero che la gente obbedisce solamente a quegli ordini di cui ne sente la necessità.
Fariseo giovane. Allora è il popolo che comanda...
Fariseo anziano. In un certo senso si.
Il popolo ha fame e la fame comanda più dei re.
Il popolo ha fame e la fame comanda più dei re.
Fariseo giovane. E quando non ha fame...
Fariseo anziano. Ha sempre fame!
Vedi, anche noi farisei abbiamo fame.
Una fame raffinata, da ricchi, vogliamo essere rispettati, lodati, ammirati e questa tra tutte è la più grande povertà che affligge gli uomini.
Vedi, anche noi farisei abbiamo fame.
Una fame raffinata, da ricchi, vogliamo essere rispettati, lodati, ammirati e questa tra tutte è la più grande povertà che affligge gli uomini.
Fariseo giovane. E allora?
Fariseo anziano. Allora Giuda è un affamato tipico; è il rappresentante di quelli che vogliono ricchezze e onori. Insomma Gesù lo vede come il nostro uguale ed attraverso di lui vuole arrivare ad estendere il suo potere anche sul nostro partito.
Fariseo giovane. È vero che Giuda è legato ai farisei, ma dire che il Maestro lo vede come nostro rappresentante alla sua corte, mi pare un po’ eccessivo.
Fariseo anziano. E invece è proprio così, anche se non tutti se ne accorgono.
Gesù non è un impostore, ma, se lo fosse, farebbe pur sempre di tutto per conquistarsi anche quelli che dicono la verità.
Così, se vuole conquistarsi gli impostori, pensa di potersi mettere dalla parte della verità e togliere ogni potere alla menzogna.
Gesù non è un impostore, ma, se lo fosse, farebbe pur sempre di tutto per conquistarsi anche quelli che dicono la verità.
Così, se vuole conquistarsi gli impostori, pensa di potersi mettere dalla parte della verità e togliere ogni potere alla menzogna.
Fariseo giovane. ... E ai Farisei il diritto a comandare!
Fariseo anziano. Piano, piano con i giudizi!
Lasciamoli alla storia! Se dovesse mai interessarsi di noi.
Ora ci importa solo sapere che Giuda ci rappresenta e che possiamo usare di lui per trattare con il maestro.
Lasciamoli alla storia! Se dovesse mai interessarsi di noi.
Ora ci importa solo sapere che Giuda ci rappresenta e che possiamo usare di lui per trattare con il maestro.
Fariseo giovane. Come dire che se Gesù lo vede come chi può tradirci, noi dobbiamo vederlo come chi può tradire lui.
Fariseo anziano. Via! Non esser poi tanto estremista!
Ogni verità ha qualche limite e quelli che vogliono essere i suoi ostinati paladini se li trovano fatalmente davanti a sbarrare loro il passo.
Quindi al bando le ideologie!
Noi siamo possibilisti, pragmatici, mirare a quel che ci conviene.
Quindi meglio dir così: che Giuda è per la verità, perché è un fariseo, ma, perché i farisei hanno ragione, anche Giuda va d’accordo con loro.
Ogni verità ha qualche limite e quelli che vogliono essere i suoi ostinati paladini se li trovano fatalmente davanti a sbarrare loro il passo.
Quindi al bando le ideologie!
Noi siamo possibilisti, pragmatici, mirare a quel che ci conviene.
Quindi meglio dir così: che Giuda è per la verità, perché è un fariseo, ma, perché i farisei hanno ragione, anche Giuda va d’accordo con loro.
Fariseo giovane. E, magari, aggiungiamo anche che, a chi ci dà ragione, siam sempre disposti a pagar trenta denari.
Fariseo anziano. Mi pare una discreta sommetta, no?...
Fariseo giovane. Va bene...
Dopo tutto ogni buona azione merita un premio!
Ma tutta questa gente, qui intorno, che grida per avere un re comincia a darmi ben fastidio...
Dopo tutto ogni buona azione merita un premio!
Ma tutta questa gente, qui intorno, che grida per avere un re comincia a darmi ben fastidio...
SCENA SECONDA
La scelta di un re
È venuto a risollevare i poveri, liberare gli oppressi, dar da mangiare agli affamati! Oggi, ha moltiplicato cinque pani per cinquemila uomini!
Il popolo lo ha eletto re!
Israele vede finalmente vicino un destino di gloria!
E invece il loro re si è nascosto e l'entusiasmo si è spento...
Sembravano esaltati, ed ora tornano alle loro case come dei cani senza padrone...
Cani! Animali! Bestie!, che leccano la mano di chi da loro da mangiare e gli scodinzolano davanti perché si aspettano ancora qualcosa!
Ecco cosa sono questi figli del popolo eletto!
Servi del primo padrone che paga!
Avete bisogno di un padrone che pensi alla vostra fame?
Ah!, siete rimasti offesi per la mia domanda?
Giuda (Sarcastico). Allora non siete dei servi?
Scusatemi tanto, egregi signori, non volevo mancarvi di rispetto!
Ah!, non siete schiavi di nessuno?
Vi prego di scusarmi ancora, signori sudditi del re, non mi ero accorto della vostra dignità!
Infatti cosa vedo?
Un popolo finalmente libero.
Ha voltato la pagina del suo vecchio passato, un popolo nuovo...
I suoi prodi hanno compaginato un esercito di eroi, tutti uniti intorno al loro re!
La storia si ferma a guardare, piena di ammirazione!
Attenti, però, che qualcuno non senta il rumore che fa il vostro stomaco se per caso è ancora vuoto...
Attenti che non si accorgano che cercate il pane, e dimenticate il vostro re quando ha tralasciato di fare i miracoli...
Ecco, gli chiedete di saziarvi di gloria e invece il vostro re vi da del pane da mangiare!
Ebbene se qualcuno dicesse che lo avete scelto per fame, avete proprio ragione a fare gli offesi!
Ecco ormai sono tutti convinti al sentir le vostre proteste colme di sdegno!
Tutti? C’è forse qualcuno che mette in dubbio la vostra fame di giustizia e di verità e sparli di voi dicendo che preferite mangiare il pane a buon mercato al posto di sudarlo voi stessi con fatica?
Non venite a dirmi che persino tra di voi c’è chi è spaventato di diventare un eroe! Ci stento a credere! Non ditemi che tutti hanno fame e sono tutti pronti per un po’ di pane, a diventare servi e cani come certamente non lo siete voi!
Scusatemi tanto, egregi signori, non volevo mancarvi di rispetto!
Ah!, non siete schiavi di nessuno?
Vi prego di scusarmi ancora, signori sudditi del re, non mi ero accorto della vostra dignità!
Infatti cosa vedo?
Un popolo finalmente libero.
Ha voltato la pagina del suo vecchio passato, un popolo nuovo...
I suoi prodi hanno compaginato un esercito di eroi, tutti uniti intorno al loro re!
La storia si ferma a guardare, piena di ammirazione!
Attenti, però, che qualcuno non senta il rumore che fa il vostro stomaco se per caso è ancora vuoto...
Attenti che non si accorgano che cercate il pane, e dimenticate il vostro re quando ha tralasciato di fare i miracoli...
Ecco, gli chiedete di saziarvi di gloria e invece il vostro re vi da del pane da mangiare!
Ebbene se qualcuno dicesse che lo avete scelto per fame, avete proprio ragione a fare gli offesi!
Ecco ormai sono tutti convinti al sentir le vostre proteste colme di sdegno!
Tutti? C’è forse qualcuno che mette in dubbio la vostra fame di giustizia e di verità e sparli di voi dicendo che preferite mangiare il pane a buon mercato al posto di sudarlo voi stessi con fatica?
Non venite a dirmi che persino tra di voi c’è chi è spaventato di diventare un eroe! Ci stento a credere! Non ditemi che tutti hanno fame e sono tutti pronti per un po’ di pane, a diventare servi e cani come certamente non lo siete voi!
Basta!
Mi son arrabbiato fin troppo!
A che serve far la parte del moralista?
C'è mai qualcuno che ha cambiato parere per aver ascoltato la predica d’un prete?
Cerchiamo di restare con i piedi a terra!
Allora, com'è la situazione adesso?
C'è qui uno che ha dato da mangiare alla folla.
È forse un estraneo?
Uno sconosciuto di un partito diverso dal nostro?
No!
Chi ha distribuito il pane gratis nel deserto è invece proprio del partito nostro!
Allora tutti accontentati!
La liberazione è vicina!
Abbiamo un re capace di trascinare le masse.
Un re e un’idea.
Il pane e la libertà!
Presto radunate la gente!
Preparate le schiere per la battaglia!
Dove sono i Romani? Dove sono quei cani?
Un esercito: il terrore lo precede, un capo lo guida sicuro, le onde di un mare in tempesta hanno travolto le schiere nemiche, abbattuto ogni resistenza... Una nuova forza per annientare e distruggere un fatiscente passato.
Ma no! Invece è tutta una illusione!
Dove è il re?
Ha anch'egli paura a rivestir la porpora, a impugnar lo scettro, a cinger la corona?
Miserabile!
Il popolo lo cerca ed egli si nasconde!
I Romani guardano e ridono.
Mandano gli esattori a riscuoter le tasse e le spie a scovare i deboli.
Mondo di cani...
Servi siete e servi resterete...
Dov’è il vostro padrone?
Che importa chi egli sia?
Il procuratore romano o il Messia inviato dal cielo a darvi il pane...
Eppure, anche se sembra tutto finito sul nascere, bisogna pur considerare le cose a mente fredda.
Vediamo fin a che punto possiamo dare a costui qualche credito!
Prima di condannarlo, portiamolo in giudizio.
Ecco, la corte vuol sapere quale sia il vero motivo delle sue decisioni!
Si discolpi! Ha forse agito per prudenza oppure solo per vigliaccheria?
Diamogli le attenuanti!
Effettivamente per fare una rivoluzione ci vuole una organizzazione ben preparata. Tutti i moti popolari ammalati di spontaneità son sempre falliti. Ci manca ancora del tutto una organizzazione efficiente.
È facile accendere una scintilla, difficile è mantenere un fuoco.
Perché possa divampare abbisogna del combustibile.
L’unica energia che lo può alimentare è l'odio.
Qui invece abbiamo a che fare solo con degli esaltati!
Ma, senza odio, non si fa una guerra e, senza lotta, non si canta vittoria.
Mi son arrabbiato fin troppo!
A che serve far la parte del moralista?
C'è mai qualcuno che ha cambiato parere per aver ascoltato la predica d’un prete?
Cerchiamo di restare con i piedi a terra!
Allora, com'è la situazione adesso?
C'è qui uno che ha dato da mangiare alla folla.
È forse un estraneo?
Uno sconosciuto di un partito diverso dal nostro?
No!
Chi ha distribuito il pane gratis nel deserto è invece proprio del partito nostro!
Allora tutti accontentati!
La liberazione è vicina!
Abbiamo un re capace di trascinare le masse.
Un re e un’idea.
Il pane e la libertà!
Presto radunate la gente!
Preparate le schiere per la battaglia!
Dove sono i Romani? Dove sono quei cani?
Un esercito: il terrore lo precede, un capo lo guida sicuro, le onde di un mare in tempesta hanno travolto le schiere nemiche, abbattuto ogni resistenza... Una nuova forza per annientare e distruggere un fatiscente passato.
Ma no! Invece è tutta una illusione!
Dove è il re?
Ha anch'egli paura a rivestir la porpora, a impugnar lo scettro, a cinger la corona?
Miserabile!
Il popolo lo cerca ed egli si nasconde!
I Romani guardano e ridono.
Mandano gli esattori a riscuoter le tasse e le spie a scovare i deboli.
Mondo di cani...
Servi siete e servi resterete...
Dov’è il vostro padrone?
Che importa chi egli sia?
Il procuratore romano o il Messia inviato dal cielo a darvi il pane...
Eppure, anche se sembra tutto finito sul nascere, bisogna pur considerare le cose a mente fredda.
Vediamo fin a che punto possiamo dare a costui qualche credito!
Prima di condannarlo, portiamolo in giudizio.
Ecco, la corte vuol sapere quale sia il vero motivo delle sue decisioni!
Si discolpi! Ha forse agito per prudenza oppure solo per vigliaccheria?
Diamogli le attenuanti!
Effettivamente per fare una rivoluzione ci vuole una organizzazione ben preparata. Tutti i moti popolari ammalati di spontaneità son sempre falliti. Ci manca ancora del tutto una organizzazione efficiente.
È facile accendere una scintilla, difficile è mantenere un fuoco.
Perché possa divampare abbisogna del combustibile.
L’unica energia che lo può alimentare è l'odio.
Qui invece abbiamo a che fare solo con degli esaltati!
Ma, senza odio, non si fa una guerra e, senza lotta, non si canta vittoria.
SCENA TERZA
Un po’ di politica e un po’ di religione
Entra in scena il fariseo anziano di prima e si rivolge a Giuda, iniziando con lui un colloquio a botta e risposta.
Fariseo anziano. Che fa, adesso, il maestro?
Giuda. Adesso? Che significa adesso?
Fariseo anziano. Il popolo lo vuole re.
Giuda. Ma il re non vuole la corona!
Fariseo anziano. E allora che vuole?
Ha portato qui tutta questa gente per invitarli a pranzo?
Gli piace far giochi di prestigio?
Se poi il prestigio che ottiene, lo sapesse almeno usare!
Uno scopo deve pur averlo avuto?
È lecito chiederlo ad un suo discepolo?
Giuda. Senza un minimo di prudenza adesso sarebbe re! Ma i Romani non sarebbero stati solamente a vedere!
Mai dichiarare guerra senza averla già cominciata e mai cominciarla senza averla vinta prima!
Insomma, non siamo ancora pronti!
Mai dichiarare guerra senza averla già cominciata e mai cominciarla senza averla vinta prima!
Insomma, non siamo ancora pronti!
Fariseo anziano. Eppure se fosse un Messia o prima o poi dovrebbe decidersi a liberare Israele!
Giuda. Eppure , se è il Messia, saprà meglio di noi quando verrà la sua ora!
Fariseo anziano. Se verrà mai quell'ora!
Giuda. Certo che verrà!
Altrimenti la faremo venire noi. Il sassolino è già una valanga.
Altrimenti la faremo venire noi. Il sassolino è già una valanga.
Fariseo anziano. Ma che puoi fare tu? Vuoi forse comandare al destino?
I Romani fanno paura a tutti al sinedrio e al popolo, al messia e anche a te! Potrai convincere il maestro a prendere le armi? Ti darà forse ascolto?
I Romani fanno paura a tutti al sinedrio e al popolo, al messia e anche a te! Potrai convincere il maestro a prendere le armi? Ti darà forse ascolto?
Giuda. Forse ho parlato prima di pensare..., ma dovrà pure un giorno trionfare la giustizia!
Fariseo anziano. Ecco vedi! Bisogna pensarci...
Ci siamo dentro tutti fin al collo.., ma se anche tu te ne preoccupi... Chi non ti darebbe una mano? Noi saremmo i primi a sostenerti! Ma per appoggiare un uomo bisogna che abbia idee. Insomma, che ci dia fiducia.
Comunque, forse, non è il momento per parlarne, sarà per un'altra volta... Dovremmo proprio rivederci con più calma,
Ci siamo dentro tutti fin al collo.., ma se anche tu te ne preoccupi... Chi non ti darebbe una mano? Noi saremmo i primi a sostenerti! Ma per appoggiare un uomo bisogna che abbia idee. Insomma, che ci dia fiducia.
Comunque, forse, non è il momento per parlarne, sarà per un'altra volta... Dovremmo proprio rivederci con più calma,
Giuda. Allora, ci si rivede!
Il fariseo lascia la scena.
Giuda (Tra sé). “Per sostenere un uomo bisogna che abbia idee”... La massa segue un uomo che ha idee oppure le proprie idee che pensa di poter realizzare con lui? Essa vede, tra le varie possibilità, quelle del maestro come se fossero le più ideali! Oppure vede in lui ‘l’Ideale’?
Non sono questioni futili... Se la folla segue le proprie idee è inutile dargli un ideale, non saprà cosa farsene. Meglio accontentarla che mettersi a far delle discussioni... Un po’ di politica ci vuole a condire questa religione!
E, se non si arriva ad accontentarla?
Allora gli ideali possono servire a mascherare il fallimento dei nostri sforzi per risolvere quei problemi che si presentano senza alcun rimedio. Insomma, un po’ di religione ci vuole a condir questa politica!
Non sono questioni futili... Se la folla segue le proprie idee è inutile dargli un ideale, non saprà cosa farsene. Meglio accontentarla che mettersi a far delle discussioni... Un po’ di politica ci vuole a condire questa religione!
E, se non si arriva ad accontentarla?
Allora gli ideali possono servire a mascherare il fallimento dei nostri sforzi per risolvere quei problemi che si presentano senza alcun rimedio. Insomma, un po’ di religione ci vuole a condir questa politica!
Si avvicinano a Giuda una donna con bambini, carrozzina, bagagli e borse e si rivolge a lui.
Donna. Signore, per favore, aiutatemi! Guardatemi un momento i bambini che cerco mio marito...
Giuda. Con tutti questi bambini non si dovrebbe nemmeno andare in giro...
Donna. È vero! Ma come si fa a perdere le parole del maestro?
Un uomo di grandi idee, eppure di buon senso!
Che errore sarebbe stato farlo re!
Non vi pare signore?
Non ce n’è abbastanza di re e di padroni per farne ancor degli altri?
Un uomo di grandi idee, eppure di buon senso!
Che errore sarebbe stato farlo re!
Non vi pare signore?
Non ce n’è abbastanza di re e di padroni per farne ancor degli altri?
Giuda. Eppure gli uomini lo volevano re!
Donna. Beh, a sentir loro..., che poi fanno anche la guerra e quando è passata la furia e han preso le bastonate tornano a casa a farsi consolare...
Bell’affare un marito!
Come avere un bambino in più da curare...
Bell’affare un marito!
Come avere un bambino in più da curare...
Giuda. Inutile discutere... Adesso devo guardarvi i bambini.
Donna. Mi raccomando glieli affido, così impara il mestiere delle donne che spesso è fatto solo di bontà!
Giuda. Che boria!
Bontà o debolezza?
Donna. La debolezza dà diritto a ottenere qualsiasi cosa.
Giuda. Così, se vi aiuto, potrò poi ottenere quel che voglio?...
Via, via, cercate vostro marito e io guarderò bambini e bagagli.
Via, via, cercate vostro marito e io guarderò bambini e bagagli.
Bambino. Mamma! Non va via! Signore cattivo...
Donna. Su da bravo, che torno subito.
Bambino.(Rivolto a Giuda) Hai le caramelle?
Giuda. No!
Bambino. Allora sei povero!
Donna. Non fare il maleducato!
Il signore è ricco perché ha tanti soldi che può anche comperare le caramelle...
Il signore è ricco perché ha tanti soldi che può anche comperare le caramelle...
Bambino. (A cantilena) Compera le caramelle.
Compera le caramelle.
Dove comperi le caramelle?
Dove trovi un negozio qui?
Compera le caramelle.
Dove comperi le caramelle?
Dove trovi un negozio qui?
Donna.(Rivolta a Giuda) Scusatelo è piccolo.
Bambino.(Continua a cantilena)
Il signore è ricco ma non ha le caramelle...
Il signore è ricco, ma non ha le caramelle...
Il signore è ricco ma non ha le caramelle...
Il signore è ricco, ma non ha le caramelle...
Bambino. (Rivolto a Giuda). Vuoi una caramella?
È nuova, l’ho leccata solo un pochino.
È nuova, l’ho leccata solo un pochino.
Giuda. Scostati che mi sporchi.
Donna. State bravi con il signore...
Torno subito!
Torno subito!
Giuda. Speriamo!
SCENA QUARTA
Una favola
Stessa scena. Esce la Donna. Entrano Giacomo e Giovanni.
Il primo vestito come un operaio, il secondo in jeans.
Il primo vestito come un operaio, il secondo in jeans.
Giuda.(Rivolto ai nuovi arrivati) Sono diventato una bambinaia.
Gacomo. Mestiere tanto utile e purtroppo mal pagato!
Giovanni. Che bei bambini!
Bambino. Sei un discepolo del maestro?
Giovanni. Si!
Bambino. Raccontami una favola.
Giuda. Su, lavora!
Giovanni. Subito... Volentieri... Ora ci penso... Una favola...
C’era una volta...
C’era una volta un re...
C’era una volta...
C’era una volta un re...
Bambino. La so già!
Giuda. Bel successo!
Giovanni. Allora... Quest’altra...
C’era una volta... Anzi, c’erano una volta due re...
C’era una volta... Anzi, c’erano una volta due re...
Bambino. Con le corone?
Giovanni. Con le corone, lo scettro e il manto di ermellino...
Bambino. E che facevano i due re?
Giovanni. Passeggiavano su un sentiero ai margini di un bosco per godersi l’aria fresca, perché erano in ferie e non avevano niente da fare.
Bambino.Come si chiamavano?
Giovanni. Uno si chiamava re Regalo e l’altro re Aiuto.
E, cammina , cammina, si imbattono in un boscaiolo che sudava sette camice, se le avesse avute, per abbattere un albero, ma, si vedeva benissimo che da solo non ci sarebbe mai riuscito. Era tutto sporco, lacero, malandato, insomma male in arnese ed in salute: un poveraccio!
E, cammina , cammina, si imbattono in un boscaiolo che sudava sette camice, se le avesse avute, per abbattere un albero, ma, si vedeva benissimo che da solo non ci sarebbe mai riuscito. Era tutto sporco, lacero, malandato, insomma male in arnese ed in salute: un poveraccio!
Bambino. Come si chiamava?
Giovanni. Si chiamava Bisogno.
A questo punto i due re si fermano, guardano, si impietosiscono, ed ognuno di loro pensa come venire incontro al poveretto. Re Regalo apre la sua borsa , tira fuori un biglietto da centomila lire e lo dà al contadino; re Aiuto, invece, depone il suo manto di ermellino, la corona d’oro, lo scettro ingemmato, si rimbocca le maniche della camicia e, subito, si mette ad aiutare il boscaiolo. Così tutte e due a lavorar di gran lena con le accette, la sega e tutto quel che abbisogna..., ed ecco, finalmente, l’albero si inclina sempre più e, poi..., patapunfete, si schianta al suolo!
Immagina la gioia di quel poveretto! Non sapeva più come ringraziare, l’impresa impossibile era riuscita!
Adesso, bambino, sta bene attento. Ho una domanda difficile: “Chi dei due re è stato più vicino al boscaiolo?”.
A questo punto i due re si fermano, guardano, si impietosiscono, ed ognuno di loro pensa come venire incontro al poveretto. Re Regalo apre la sua borsa , tira fuori un biglietto da centomila lire e lo dà al contadino; re Aiuto, invece, depone il suo manto di ermellino, la corona d’oro, lo scettro ingemmato, si rimbocca le maniche della camicia e, subito, si mette ad aiutare il boscaiolo. Così tutte e due a lavorar di gran lena con le accette, la sega e tutto quel che abbisogna..., ed ecco, finalmente, l’albero si inclina sempre più e, poi..., patapunfete, si schianta al suolo!
Immagina la gioia di quel poveretto! Non sapeva più come ringraziare, l’impresa impossibile era riuscita!
Adesso, bambino, sta bene attento. Ho una domanda difficile: “Chi dei due re è stato più vicino al boscaiolo?”.
Bambino. Re Aiuto!
Giovanni. È vero! Hai detto bene. E il maestro fa nello stesso modo con noi, egli si è messo dalla nostra parte, senza scettro, né corona. Si è fatto uno di noi per poterci aiutare meglio...
Bambino. Che bella favola!
Giuda. Le favole sono belle perché son sempre un po’ fantastiche.
Gacomo. Oppure perché sono più vere della realtà.
Arriva la donna con il marito.
Donna. (A Giuda). Grazie, signore, ora lo libero dell’incomodo.
Sa... Ne abbiamo riparlato, con mio marito. Anche lui è del parere che il maestro non deve essere re...
Sa... Ne abbiamo riparlato, con mio marito. Anche lui è del parere che il maestro non deve essere re...
Giuda. E va bene... Se lo dice lui...
Marito. Se lo dice mia moglie...
Giuda. (Rivolto alla donna). Ah! Ho capito in che specchio tuo marito vede la sua faccia!
Donna. La pensa come me!, la pensa sinceramente come me.
Deve anche andare in giro a dire dove ha preso l’imbeccata?
Comunque grazie ancora per l’aiuto.
A tutti: un buon viaggio...
Speriamo di rivederci...
Deve anche andare in giro a dire dove ha preso l’imbeccata?
Comunque grazie ancora per l’aiuto.
A tutti: un buon viaggio...
Speriamo di rivederci...
Donna. (Rivolta ai bambini). Andiamo bambini!
Dite grazie al signore e salutatelo.
Dite grazie al signore e salutatelo.
Gli apostoli soli.
Giovanni. Vanno via tutti e Gesù non è più con noi.
Sono contenti perché hanno mangiato, ma noi siamo in pensiero per quello che ci ha detto.
Che significato avrà mai: “Mangiare il mio corpo e bere il mio sangue”?
Che significato avrà mai: “Mangiare il mio corpo e bere il mio sangue”?
Giuda. Non ti stare a preoccupare, se son rose fioriranno, capiremo a suo tempo, quando sarà necessario.
A me spiace solamente perdere tutta questa gente. Li abbiamo trascinati fin qui, entusiasmati ed ora se ne tornano tutti a casa senza aver combinato niente.
A me spiace solamente perdere tutta questa gente. Li abbiamo trascinati fin qui, entusiasmati ed ora se ne tornano tutti a casa senza aver combinato niente.
Giovanni. E che volevi combinare?
Giuda. Il maestro li ha portati qui senza scopo?
Giovanni. Lo scopo era metterli alla prova.
Giuda. Che prova?
Giovanni. Ha chiesto loro di credere che egli li potrà cibare di se stesso.
Giuda. Ha chiesto loro di credere che dovranno diventare dei cannibali?
Giovanni. Io non so come si possa mangiare la carne del maestro. Eppure quante volte ci siamo nutriti delle sue parole per non desiderare almeno una volta di nutrirci ancor di più di lui stesso.
Giuda. Giovanni! Ti ho sempre ammirato, perché sai colorire di poesia le realtà più ostiche.
I tuoi sogni hanno qualche fascino!
I tuoi sogni hanno qualche fascino!
Giovanni. Il sogno più bello è di diventare uguali al maestro.
Sono così suo che preferirei essere Gesù, piuttosto che Giovanni. Se tanto si può ardire senza mancargli di rispetto.
Sono così suo che preferirei essere Gesù, piuttosto che Giovanni. Se tanto si può ardire senza mancargli di rispetto.
Giuda. E io sono così suo che, se voi non foste degli illusi e dei fanfaroni, con questi cinquemila uomini avrei già organizzato per lui un piccolo esercito.
Giovanni. È vero, un pregio ce l’hai, quello di esser concreto, ma la violenza non risolve niente, anzi serve solo a radicalizzare i contrasti.
Il maestro vuole sanare più che tagliare, convertire non condannare!
Il maestro vuole sanare più che tagliare, convertire non condannare!
Giuda. Basta!
Bisogna partire... La barca è ormai pronta.
Ci ha detto di partire, la serata è bella, ma il vento non è il migliore...
Si parte così d’improvviso, all’avventura, anche se tutta la vita alla fin fine è un’avventura...
Ci ha detto di partire, la serata è bella, ma il vento non è il migliore...
Si parte così d’improvviso, all’avventura, anche se tutta la vita alla fin fine è un’avventura...
Giuda. Per te forse, per me il tempo è malmesso.

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