mercoledì 27 gennaio 2010

ATTO SECONDO


ATTO SECONDO

SCENA PRIMA
Intervista a Lazzaro

Casa di Lazzaro.
Nello studio arredato modernamente, sobrio ma accogliente, Lazzaro , seduto su una poltroncina, un po’ discosto dalla scrivania su cui stanno alcune carte ed un computer, a colloquio con un signore, un professore, distinto, un po’ corpulento, quasi sdraiato sul sofà.

Professore. Signor Lazzaro, la devo ringraziare per avermi concesso un poco del suo tempo, ora che lei è così famoso.

Lazzaro. Non quanto lei caro professore! Io non ho studiato come lei, ho solamente un diploma in economia e commercio che mi basta per non fallire dopo aver pagato tasse e contributi.

Professore. Le dico subito il motivo della mia visita.

Sto raccogliendo, nuovo materiale da sottoporre ad una accurata analisi critica, per esser poi pubblicato, sugli attuali fatti straordinari che stanno sconvolgendo l'opinione pubblica.

Ora è risaputo, anche se qualcuno non ne è tanto convinto, che lei, colpito di recente da una grave malattia, dopo il suo avvenuto decesso, è stato riportato in vita da quel Gesù che tutti dicono dotato di poteri straordinari.

Ebbene lei deve pur ammettere che questa notizia presenta tutti i connotati dell'incredibilità.

D'altra parte è ormai così diffusa che non può più essere sottaciuta.

Ecco perché io la vorrei prendere in considerazione per esaminarla scientificamente e poterla studiare così più da vicino.

Lazzaro. Dica pure, anche se, come morto, non ho avuto esperienze troppo vive o comunque interessanti.

Professore. Cominciamo pure da questo evento.

Cosa ha avvertito durante il periodo, diciamo così, di sospensione della sua vita?

Lazzaro. Niente!

Professore. Non ricorda qualche sogno, oppure qualche sensazione o anche uno stato di sospensione..

Lazzaro. Mi spiace deluderla ma non ricordo niente di niente.

Professore. Lei pensa di essere stato morto?

Lazzaro. C'è un vuoto nella mia vita. Di questo son certo.

Cosa ho fatto durante questo tempo, lo ho saputo dopo, dagli altri, mi hanno detto che facevo il morto!

Professore. Eppure è stato per quattro lunghi giorni!

Lazzaro. (Sostenuto, quasi a prendere in giro se stesso). Le assicuro che il periodo passato da morto mi è poi risultato di così marginale rilevanza nel fluire della mia vita, che lo ho del tutto emarginato, mentre il tempo che mi resta ancora per vivere lo stimo così importante che mi sembra doveroso prenderlo sempre in attenta considerazione.

Professore. Chi ha fatto la diagnosi di morte?

Lazzaro. Il medico del paese.

Professore. Ha fatto tutti gli accertamenti del caso?

Lazzaro. Sembra di si, se ha dato il permesso della sepoltura.

Professore. Può dire di esser stato sottoposto a cure sufficienti ed adeguate durante la malattia?

Lazzaro. Troppo!

Il ricordo più spiacevole che mi resta dopo le sofferenze dovute alla malattia, è quello delle pene che il medico mi ha inflitto con le cure.

Professore. È stata una malattia grave?

Lazzaro. Il mio ex-medico curante ha detto di si, di quelle senza scampo. Però lo chieda a lui.

Professore. Come ‘ex’?

Lazzaro. Adesso sto bene e preferisco averlo come amico, piuttosto che come medico.

Bussano. Entra un servo.



Servo. Signore! C'è un gruppetto di persone che insiste per vederlo.

Lazzaro. Mandali prima al cimitero, dove c'è la mia tomba.

Lazzaro. (Rivolto al professore). Sembra un posto così orrido, che riesce a soddisfare la curiosità di tutti quelli che stanno bene e non sono ancora troppo vecchi!

Lazzaro. (Al servo). Dì loro che poi, magari, li vedo.

Professore. Signore, si sta male quando si è sepolti?

Lazzaro. Dicono di si! Ma io non ho dati a proposito.

Comunque ci vada anche lei con quei signori, lì fuori, al cimitero...

Così si rende conto...

Professore. Veramente avrei altre domande...

Lazzaro. Semmai ci vedremo dopo...

Vada... Vada... Così si divertirà.

Però, veda, le devo dire che non caverà un ragno da un buco, perché, per quel che riguarda il fenomeno Gesù, lei è più interessato alla sua inchiesta che non agli insegnamenti del maestro e, se noi possiamo capire solo quello a cui poniamo attenzione, è pur vero che ci deve interessare. Ebbene, la sola convenienza è sempre un interesse troppo povero per farci intendere qualche cosa.

È sempre difficile capire chi non si è amato abbastanza!

Comunque ci vada!

Lazzaro. (Rivolto al servo)

Anzi accompagnali tu stesso, però non ti fermare, perché ho bisogno di te. Ci sarà già lì il becchino del comune che sarà contento di far da cicerone...

Lazzaro. (Rivolto alla platea). E tutto questo il giorno che è venuto il ignore...

Vogliono sapere se ero morto, al posto di conoscere la vita vera!

Servo. Ancora una cosa: sono qui i suoi nipotini...

Lazzaro. Devo andar via...

Beh!, lasciali entrare.

Entrano in scena i nipoti.



Lazzaro. Benvenuti!

Che bei fiori!

Nipoti. li abbiamo raccolti nei prati.

Lazzaro. sono tutti per me?

Nipoti. Per te e per le zie …

Lazzaro . E per ornare la casa!

Capitano a proposito. Abbiamo una visita speciale

Nipoti. Come stai?

Lazzaro. Anche voi pensate che sia ancora un poco morto?

Sto meglio di quando stavo bene!

Nipoti. (In coro).

Raccontaci una storia...

Lazzaro. È proprio questo il momento buono!

Comunque... C'era una volta un uomo che aveva finito di vivere...

Così risparmio di raccontarvela, perché la sapete già.

Nipoti. Un'altra.

Lazzaro. E va bene! Un'altra tutta diversa e poi devo proprio andar via.

Allora...

C'era una volta un bel Bambino.

Divenne più grande come voi. A scuola i maestri lo stavano ad ascoltare, meravigliati della sua sapienza. Poi si fece adulto, fu conosciuto da tutti, stimato da molti, criticato da altri ed ora, come nessun altro al mondo, è ammirato dalle folle e odiato da quelli che gli son nemici.

Ebbene, ma nessuno sa quanto grande sia l'amor della sua mamma, che lo aveva sempre ascoltato nel silenzio e gli era stata sempre tanto vicina...

Nipoti.

Che bella!.. Un'altra

Lazzaro. Dopo.

Ora il dovere mi chiama, devo andare dal mio ospite, da Gesù.

Nipoti.

Non il dovere! Il piacere, il piacere...

SCENA SECONDA
Sosta a Betania

Il vestibolo della casa di Lazzaro, ampio come quello di una casa di campagna.
Sulla scena Giuda, prima da solo, poi entrano dei servi e altra gente.

Giuda. (Parlando tra sé). Che cena!

E che invitati! Gente importante...

E a due passi da Gerusalemme...

Ma quella donna mi ha fatto venir la bile!

Quando si sta a combinare qualcosa e si comincia a parlare per allacciar relazioni...

E lei arriva con quella storia del profumo, che costa un occhio della testa, a scandalizzare la gente, a sperperare i quattrini.

C’era proprio bisogno di versarlo sui piedi del maestro per screditare anche lui?

Ah, le donne!

E, pochi minuti prima, che te la sei trovata per casa, e…
“Giuda di lì e, Giuda di qui e, dove sei stato con il maestro? Cosa avete fatto? Cosa mi dici?...”

Quante belle parole!

Ah, le donne!

Quando sei con loro ti fanno importante, ti incoronano re, sembra che esisti solamente tu...

E poi ti accorgi che per loro la corona è un gingillo per giocare.

Costei poi è gentile con tutti, ma butta via i soldi per un profumo senza senso!

Per chi poi?

Per uno che le donne non le guarda nemmeno!

Ma cosa crede? Di far colpo!

Ed è una bella donna!

Ci sono anche delle donne belle.
Qualcuna piace, perché ti mette addosso tanto buon umore, un’altra sembra mandarti in estasi e c’è anche chi ti commuove.., ma costei ti avvince e ti allontana nello stesso tempo.
Corpo di un diavolo!
Insomma è bella, quando tace e quando parla, quando lavora e quando ti ascolta come se non avesse nulla da fare.
È bella perché si interessa di te ed è superiore a questo interesse.
Perché ama la bellezza ed onora la giustizia.

È una ‘israelita’, una figlia del popolo eletto!

Servi. Oggi è festa!
La padrona ha profumato la casa!

Giuda. (Tra sé) Servi siete e servi restate! Preferite che la vostra padrona butti via i soldi in profumo, al posto di darli a voi da spendere a piacere.

Donne di casa. È un giorno di gioia! Il Signore è con noi!

Giuda. (Tra sé) Se mi lasciassero un po’ in pace! Un po’ da solo!

A cosa si pensava...?

Cosa dicevo...?

Di quella Maria...

Di quale?

Di quella che sperpera o di colei che avvince?

Ah i miei sogni...

Quando posso rifugiarmi nella mia fantasia, senza esser disturbato, mi trovo finalmente a casa.
Immerso nella poltrona della mia pace, vengono a parlar con me i miei pensieri dorati, le mie illusioni di sempre.
Mi sdraio allora, davanti ad un bicchier di vino e compaiono a poco a poco tutte le mie speranze a farmi compagnia...

Oh cieli tersi, senza, o quasi senza nubi, ma anche queste d’oro...
Favole di una realtà soffusa di sentimenti caldi e riposanti, costruite apposta per rendermi felice...

E invece... Tutta questa frenesia!

Ormai non mi resta più un po’ di tempo nemmeno per me!

Da quando seguo il maestro, a pensarci bene, è oggi la prima volta che ho potuto fermarmi a pensare...

E, non a lungo: ecco altri disturbatori!

Entrano Giacomo e Giovanni

Giovanni. (Rivolto a Giuda) È così una bella giornata che non pare nemmeno di trovarsi vicino a Gerusalemme, con il pericolo di essere arrestati dai farisei.

Giuda. Anzi! Di farisei ce n’erano perfino a cena ed in fondo non stavano male insieme a noi.

Giacomo. Non ci si può fidare troppo di loro!

Giovanni. Il maestro non rompe mai i contatti con nessuno.

Giuda. Ci hanno forse trattati male? Non si può fare il processo alle intenzioni e scomunicarli prima di aver tentato un colloquio con loro.

Giacomo. Sono sepolcri imbiancati!

Giuda. Anche i sepolcri possono essere utili, se non altro per i morti.

Giovanni. Che vuoi dire?

Giuda. Che bisogna sapersi servire di tutti e di tutto ciò che possa essere utile alla nostra causa, senza far tanto i schifiltosi!

Giovanni. Ma, se abbiamo il Signore, cosa ci manca e chi altri ci può dar qualcosa?

Giuda. Il Signore ci dà tutto, naturalmente ciò che è buono, ma i pasticcieri di talento, nella torta, oltre allo zucchero, mettono anche un po’ di sale. Per fare il bene può anche servire un pizzico di cattivo, mi spiego meglio: senza la forza non si può vincere la violenza e senza l’odio abbattere l’ingiustizia.

Comunque, i farisei, è meglio averli amici che farceli nemici.

Giacomo. Ma cosa ti aspetti dagli impostori?

Giuda. Non si può mai sapere...
Nessun uomo è del tutto cattivo e nessun bugiardo è sempre in mala fede. Bisogna mantenere i rapporti anche con costoro, aprire il colloquio, uno scambio di idee senza pretese; insomma io non troncherei i rapporti con nessuno, forse potremmo guadagnarceli con le buone...

Giovanni. Eppure Gesù si è mostrato sempre duro con loro.

Giuda. In pubblico, è vero, per condannare la loro falsità, ma in privato no, per salvare le persone, come ha fatto con Nicodemo.

Giovanni. È vero!
Com’è grande il cuore del maestro, con lui ci si sente subito capiti, anche nei nostri errori, eppure non tradisce mai la verità.

Giuda. Ecco egli è grande e noi siamo piccoli.
Facciamo allora la nostra parte di piccoli, anche a rischio di tradire un poco la verità.

Alla fin fine cos’è la verità?

Giovanni. Il Signore è la verità stessa!

Giuda. Ecco, il Signore...
Facciamo quindi qualcosa per lui, invece di chiacchierare.

Egli è l’idea, noi dobbiamo realizzarla. Egli è il sogno, noi la realtà. Egli è l’annuncio di un mondo nuovo, noi la distruzione del vecchio.

Si capisce che passando dalla teoria alla pratica ci si possa anche sporcar le mani.

Giacomo. E cosa vorresti fare?

Giuda. Organizzare il cambiamento di questa povera nostra società piena di imbrogli.
Nessuno è contrario, purché ci siano delle buone probabilità di riuscita. Se la cosa è seria son pronti tutti, farisei compresi.
Ad un certo punto, a tavola con loro, si era sul discorso... Essi sono pure aperti a prospettive nuove, solamente temono che il Signore sia troppo un idealista per arrivare a qualcosa di concreto... O noi facciamo seriamente, oppure bisogna abbandonare presto la partita e soffocare gli spiriti in tumulto. Ecco, loro pensano che il Signore sia pericoloso, perché affascina le folle, con l’unico risultato di mettere in allarme i Romani e provocare quindi la loro repressione ancor prima che noi possiamo esser preparati.

Giacomo. Ma scusa Giuda vuoi litigare, fare il capobanda, metterti a far la guerra?

Giovanni. Vuoi rinfocolare gli odi, quando il maestro li vuol placare?

Egli sa cambiare il cuore degli uomini! Il nostro era di sasso ed ora lo avvertiamo palpitare di vita.

Giuda. Ma datemi retta un momentino. Non facciamo gli ostinati.
La caparbietà, anche quella di fare solamente i ‘buoni’, serve unicamente a perdere la vista. La bontà, l’amore, il cuore...
Ci si monta ... si perde la testa e poi si butta via un capitale in profumo al posto di usar tutti questi soldi per farci amici i poveracci col dar loro un po’ di aiuto!

I poveri sono la materia prima di ogni rivolta, si comprano con niente, perché hanno bisogno di tutto.

Giovanni. Il Signore non la pensa come te. Egli ama i poveri.

Giacomo. Giuda! Di ragioni sembri averne tante, ma c’è qualcosa che non va in quel che dici.

Giuda. Può darsi che non mi sia spiegato bene.
Tuttavia com’è la situazione al giorno d’oggi. Da una parte la cricca di chi è al potere, i Romani, gli stranieri che sostengono un certo ordine apparente, basato su una tradizione che nessuno più rispetta, dall’altra parte la gente scontenta che sogna un ricambio di potere.

Ebbene in questo mondo ci sono le idee del maestro che, se anche non sono capite da tutti, riscuotono la simpatia di molti.

Ecco! Esse possono diventare il contenuto di un rinnovamento sociale! Possono polarizzare le aspirazioni della gente che vuol cambiare.

Ma il suo apporto non è tutto. Quel che manca lo dobbiamo fare noi: riunire in un blocco tutte le forze che possono collaborare in questo senso.

Non bisogna quindi soffermarsi sulle differenze, ma dobbiamo riuscire in qualche modo a coinvolgere anche i farisei nella partita.

Giacomo. Ma non sei nella linea del Maestro. Egli li condanna apertamente e , nota bene, non la loro dottrina, ma la loro falsità, i loro metodi, la loro tecnica di propaganda, il loro coprir le magagne che hanno, per puntare poi il dito su quelle degli altri, che forse non hanno nemmeno.

Giuda. Vedete che Gesù mostra così d’essere un gran profeta!
Egli sa parlare alle folle che son stanche degli imbrogli, approva pubblicamente i loro sentimenti...
Ora tocca a noi spiegare ai farisei che egli non ce l’ha con loro, ma con i Romani e questo lo possono ben capire... Meglio essere un po’ ipocriti per il popolo, ma vincitori con lui, che non giusti per il popolo e con lui destinati alla rovina!

Giacomo. Da quando sei amico dei farisei cominci a ragionare come loro...

Giuda. Sono amico della lotta, non dei farisei, li tollero per arrivare al potere, i conti li faremo dopo con loro...

Giovanni. Il tuo ragionamento non fa una grinza, senza però riuscire a convincerci del tutto... Pur essendo sicuro della liberazione di Israele rimango sempre in dubbio che avverrà come tu dici.

Piuttosto parliamone con il maestro... Perché tante discussioni senza di lui?

Giuda.(Esitante)

Certo, se ne potrebbe anche parlare... Ma al momento giusto... Forse anch’io devo perfezionare le mie idee, ancora così confuse in una materia tanto scottante... Insomma bisogna pensarci ancora su... In fondo mi par di aver detto più per parlare ... Per trovar qualche ragione... Forse anche un po’ a vanvera...

Giovanni. È vero, forse si è parlato anche un po’ a vanvera...

Giacomo. Senza nemmeno pensare.

Entra in scena Maria di Betania.

Maria di Betania. Che bella giornata, oggi! Tutti sono contenti.

Giovanni. Tutti, almeno fino a poco fa. Poi ci siamo messi a discutere e l’atmosfera si è fatta un po’ pesante...

Maria di Betania. Infatti avevate una faccia da funerale! Ma sono venuta io...

A meno che qualcuno per via della serietà...

Ma no! Adesso siete tutti più carini...

Giuda. È che si parlava di cose importanti!

Maria di Betania. E delle quali ora non se ne parlerà più!
Perché è una bella giornata.
Il Signore è nella mia casa.
È festa!

Voi potete stare sempre insieme con lui, io no.

Quanta strada ha fatto per venire fin qui, quante persone avrà incontrato prima di me, quanta gioia ha dato che noi non riusciremo mai a ricambiare... Non sono un apostolo, non ho titoli per stare con lui. Ho solo la mia riconoscenza e gratitudine.

Maria di Betania.(Rivolta agli apostoli) Vi piace la mia casa?

Vi trovate bene?

Siete sempre in giro, senza un tetto sulla testa che vi possa riparar dal sole, mentre io ho troppe cose, che sarebbe giusto aveste voi...!
Eppure io non ho sempre il maestro come voi.
Fin quando resterà qui?
Ah! Quelle parole mi han trafitto il cuore: “Ho versato il profumo per la sua sepoltura!”.
Che vorrà dire? Ma io so che egli è la resurrezione.

Giuda. (A mezza voce) Tra vita e resurrezione può capitarci in mezzo anche la morte...

Maria di Betania. Non dirlo! Mille volte muoia io al posto suo!

Ma devo andare, mi chiamano, scusatemi...

Maria lascia la scena

Giovanni. Caro Giuda, ci mancava anche questa donna a corregger le nostre fantasie! Non ricominciamo a parlare, che poi, quando torna, ci rivede non più ‘tanto carini’ e con la faccia da funerale!

Giovanni. e Giacomo escono.

Giuda. Ah, le donne! Dipingono il mondo di poesia, son fatte per i sogni, anche con i soldi comperano stupidaggini e gettano via profumo.., ma che sarebbe la vita senza stupidaggini e senza profumo?
Solo che il profumo di costei è costato troppo!

martedì 26 gennaio 2010

ATTO TERZO


ATTO TERZO


SCENA PRIMA
Missione compiuta


Una strada di campagna.

Giuda. Comincia darmi ai nervi la storia di questa croce! Anche se fosse solo un simbolo, ma purtroppo o prima o poi potrebbe diventare una realtà. E anche se fosse solo una eventualità, ce ne sarebbe abbastanza!
Dice che bisogna morire e, intanto, risuscita la gente... Comunque se vuole andare in croce, che ci vada! Ognuno è libero di comperarsi la propria fortuna, ma che ci vuole portare anche noi... Questo poi... Ci mancherebbe altro!
“Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce...”: espressione infelice!
D’altra parte lo seguono tutti. In fondo la cosa più importante è che lo seguano... Se poi finiranno in croce... Pazienza! Ogni liberazione è costata qualche morto, ogni rivoluzione qualche martire, ma io son del parere che meno ne muoiono e meglio è. E comunque, perché dovrei morire io?
Per quanto ognuno ammiri un eroe, è pur sempre vero che un uomo in buona salute è più utile a tutti.
Vogliamo conquistare il potere o fare una bella figura? Mai perdere il contatto con la realtà!
Se il maestro è un idealista, se è un uomo perfetto... Benissimo!
Ma poi la gente vuole il pane e non parole...
Ma chi ci pensa? Mi sembra di esser l’unico a ragionare!
Gli vanno dietro trascinati dall’entusiasmo, ma quando poi verrà veramente la croce... Allora si risveglieranno da questa loro ubriacatura!
La psicologia delle masse è sempre imprevedibile. Forse con certi sondaggi d’opinione... Comunque bisogna riconoscere che il maestro le sa entusiasmare, e chi è entusiasta affronta la morte e non ha paura!
Non ha paura?
Certo che aver gente senza paura è un gran vantaggio!
E se il maestro riuscisse a preparare degli eroi, loro malgrado! Se ne avessero coscienza non sarebbero mai degli eroi, per diventarlo ci vuole sempre un po’ di pazzia!
Ecco! Sta preparando i soldati della rivoluzione, i quadri del nuovo potere...
Comunque tutto questo viaggio a piedi e di nascosto, tra i pericoli, con questa predica della croce...
Che allegria!
Ma non c’è niente da fare...
Dobbiamo proprio prenderla, questa croce?
Per intanto si segue il maestro fino a Gerusalemme e poi, chi vivrà vedrà, e chi morirà lo si vedrà!



Arrivano dei pellegrini.

Primo pellegrino. (Rivolto a Giuda) Ehi!, tu, mi senti?
Non sei un discepolo del maestro?


Giuda. Che vuoi?

Primo pellegrino. Andate a Gerusalemme con Gesù?
Non sapete che lo cercano a morte?


Giuda. Forse che egli è più sicuro in un altro posto?
L’opinione pubblica è tutta con lui!


Secondo pellegrino. L’opinione pubblica è solo una opinione: oggi la pensano così, domani cosà. Chi comanda sa imbonir la gente...

Giuda. Il Signore è un profeta e la casa dei profeti è il tempio della città santa.

Primo pellegrino. Non solo la casa, ma anche la tomba!

Secondo pellegrino. Ricordi il proverbio: ‘un profeta non può morire fuori di Gerusalemme?

Giuda. Ebbene se ci sarà un pericolo...
La liberazione di Israele val questo e altro...


Primo pellegrino. Ne vedremo delle belle a Gerusalemme!
Ma tu ci credi alla liberazione di Israele?


Giuda. Certo! Sono un seguace di Gesù!

Primo pellegrino. Ma tu segui Gesù o insegui la liberazione?
E tu la vedi come la vede lui?
Di libertà ce n’è tante!
Tu hai scelto la tua, oppure la sua?


Terzo pellegrino. Dimmi! Come vede il maestro la liberazione di Israele?
Nella nostra storia molti ci hanno voluti liberare.
Gli ultimi, i Romani, ci hanno liberato perfino dalla preoccupazione di essere liberi!
Cosa è per il maestro la libertà?


Giuda. Così egli dice: “La verità vi farà liberi”.
Secondo pellegrino. Allora siamo tutti schiavi!
Non è facile trovare chi ami la verità!


Terzo pellegrino.
E tu, come ti chiami...
Tu sei libero?


Giuda. Mi chiamo Giuda...

Primo pellegrino. Che cosa è la verità?

Giuda. Noi seguiamo il Signore da anni: vi sembra che le sue parole siano parole di menzogna?

Primo pellegrino. No certamente!

Secondo pellegrino. Allora le parole del maestro sono la verità!

Terzo pellegrino. Allora esser suoi discepoli vuol dir essere liberi?

Giuda. Certo!
Ma la verità è una conquista: si è già liberi quando ci si avvia a volerlo diventare...


Primo pellegrino. Non mi convince questa libertà che c’è, perché forse ci sarà...

Secondo pellegrino. Si può essere liberi senza mettere gli altri, almeno un poco, in schiavitù?
Se uno non è schiavo è quasi sempre un po’ schiavista.
Quando non è oppresso, è sempre un po’ oppressore!


Primo pellegrino. Chi non ha soldi è schiavo della sua povertà.

Secondo pellegrino. E un ricco è schiavo dei suoi soldi!

Terzo pellegrino. Gli schiavi non possono possedere nulla e possono sempre esser comperati da tutti.
Eppure il maestro non è un uomo che li comprerebbe!


Secondo pellegrino. Egli è libero perché non ha bisogno di schiavi!

Primo pellegrino. È libero perché aiuta gli altri nei loro bisogni.

Terzo pellegrino. Allora tutti schiavi salvo lui?

Primo pellegrino. La verità non son parole, ma fatti.
Chi fa la verità è libero.


Secondo pellegrino. Ecco perché siamo oppressi:
perché vogliamo dire la verità al posto di farla!


Terzo pellegrino. E finiamo magari con il dire la menzogna ed anche farla...

Primo pellegrino. Giuda! Forse sei tu l’unico libero, perché non dici una parola!
Ho detto bene? Cosa pensi?...
Non sei tu quello che tiene la cassa della compagnia?
Ecco perché lasci che gli altri parlino...
Tanto i soldi ce li hai tu!


Secondo pellegrino. (Rivolto a Giuda) Si può comperare la libertà come si compera uno schiavo?

Giuda. I soldi servono per far del bene...

Primo pellegrino. Per far del bene solo a se stessi...
E cercar di arricchirsi sempre di più.


Terzo pellegrino. Magari a danno degli altri...
E questo si chiama far del bene?


Primo pellegrino. Insomma chi ha i soldi è ladro...
Secondo pellegrino. E chi ha i soldi è costretto a dire in giro che è onesto, altrimenti lo linciano. Così chi è ricco è anche bugiardo per necessità!

Terzo pellegrino. Chi ha i soldi ha anche il potere...

Primo pellegrino. E chi ha il potere lo usa per far soldi...

Secondo pellegrino. E intanto dice che rimane al potere per provvedere agli altri e per amor della giustizia...

Terzo pellegrino. Parli dei farisei?

Secondo pellegrino. Parlar male dei farisei?
Chi lo farebbe mai?
Come si può parlar male di persone così onorate, stimate, lodate, eccetera eccetera...


Terzo pellegrino. Un po’ ironico, il nostro amico!

Secondo pellegrino. Devo finir male?
Parlo seriamente!


Primo pellegrino. Si capisce che la libertà rimane un bel problema...

Pellegrini. (Insieme) Evviva la libertà!

Primo pellegrino. Noi ti dobbiamo lasciare, Giuda e andarcene per i fatti nostri...

I pellegrini abbandonano la scena.

Giuda. (Tra sé). Che superficialità!
Che ragionamenti senza conclusione!
‘Evviva la libertà!’, e poi ognuno va per i fatti suoi senza uno scopo...
In questo modo non ci sarà mai la libertà!
Se non ci si organizza prima...
Prima l’organizzazione, anche se costa un po’ di libertà in meno, poi il resto verrà a suo tempo...


Arrivano delle donne pellegrine.

Prima Donna. (Rivolta a Giuda). Permesso!
Lasciaci passare! Non vedi che sei tra i piedi?
Ma cosa hai da esser così sopra pensiero?


Seconda Donna. Invece di far finta di non vedere, dacci piuttosto una mano...

Terza Donna. Ehi tu! Se stai lì così impalato, non arriverai mai a Gerusalemme...

Giuda. Passate... Passate...
Se andaste in giro con un po’ di ordine, non fareste poi tanto baccano!


Prima Donna. Guarda chi parla di ordine! Un uomo da solo e vestito a quel modo!

Seconda Donna. Si vede che non ha bambini, quelli ti costringono a fare ordine anche se non lo vuoi...

Terza Donna. Ehi! Se non hai famiglia, che ne sai tu di ordine?

Prima Donna. Quando mi son sposata ho dovuto mettere a posto anche il marito...

Seconda Donna. Alle donne tocca far ordine, gli uomini invece darli...
Terza Donna. Le donne devono rifar quell’ordine che gli uomini sconvolgono con i loro ordini...

Giuda. (Dando a intendere che parla tra sé, ma ad alta voce).
È difficile che una donna parli poco, ma se son tante...

Giuda. (Ironico, rivolto alle donne). Quando comanderanno le donne non ci sarà più disordine...

Prima Donna. Anche se non possiamo comandare, ci obbediscono lo stesso!

Giuda. Senza un po’ di organizzazione non si arriverà mai ad avere ordine...

Prima Donna. Ma va là! Senza ordine non si organizza niente...
Una famiglia sta in piedi perché è una famiglia, dopo la si può organizzare come si vuole...


Giuda. Allora il mondo rimarrà sempre lo stesso, se non si può ristrutturar di nuovo...

Prima Donna. È finito il mondo per te?
Non ha più niente di nuovo da darti?
Eppure la natura è una madre che non sfiorisce mai!


Seconda Donna. Amico caro! Bisogna prendere le cose come sono, per saper come dovrebbero stare insieme, invece di metterle insieme prima di averle capite...
Altrimenti o prima o poi ci vuol la polizia...
Con la forza non si mette in piedi una famiglia e con le imposizioni una società...


Giuda. È l’organizzazione la base dell’ordine, oppure l’ordine la causa dell’organizzazione?

Prima Donna. Dipende da quello che uno vuole.
Chi vuol comandare ha bisogno di organizzare il suo potere; chi vuol obbedire a Dio trova l’ordine nella stessa vita...


Seconda Donna. Come in una famiglia...
Dove c’è l’amore non manca mai l’ordine.


Terza Donna. Perché tutto nasce dall’amor di Dio...

Giuda. Allora, secondo te, Dio non ordina, ma ama...

Prima Donna. Ama perché ordina e ordina perché ama...

Giuda. La potenza di Dio è terribile...

Prima Donna. Dio è onnipotente, perché è amore...

Giuda. Può essere amore Dio?

Prima Donna. Certo, altrimenti non avrebbe creato le donne!

Seconda Donna. E gli uomini...

Terza Donna. E il sole, il cielo, i fiori...

Giuda. E il dolore...

Terza Donna. Certo, anche il dolore!
Che ne sai tu?
Non hai mai provato quanto si patisce, se si ama!


Seconda Donna. Amore che ci fai felici come il sorriso che risplende tra le lacrime!

Prima Donna. Se non ami e stai solo a pensare, puoi ragionare ed anche sragionare, ma non senti proprio niente; non piangi mai, ma non ridi nemmeno...

Terza Donna. Non amare, si patisce troppo!

Giuda. Anche voi con la storia del patire.
La solita solfa... Che noia... Siamo venuti forse al mondo per patire?


Prima Donna. O per amare?

Seconda Donna. Ti immagini un mondo senza amore?

Giuda. E senza odio?

Terza Donna. Che noia sarebbe!

Giuda. La noia me la fate venire voi...

Prima Donna. Chi non è innamorato è sempre annoiato!

Terza Donna. Ma chi è innamorato ha anche tante pene quanto un malato!

Giuda. La salute è troppo importante!

Prima Donna. Buon pro ti faccia!
Mi raccomando, conserva la salute!


Seconda Donna. Dobbiamo andare avanti. Basta coi discorsi!

Terza Donna. La strada è lunga...

Giuda. Anch’io devo andar per la mia strada!
E son sicuro che non è la vostra!


Le donne lasciano la scena.

Per il momento Giuda esce di scena, per rientrarvi una volta che le donne si saranno allontanate.

Terza Donna. Ma chi è costui?

Seconda Donna. È Giuda!

Terza Donna. Giuda!
Lui?
Un discepolo del Signore!
Chi l’avrebbe mai detto?


SCENA SECONDA
Consiglieri interessati

La stessa strada di campagna un po’ più avanti.
Oltre a Giuda viene il fariseo anziano del primo atto.


Fariseo. Giuda! Chi si vede! Come va vecchio amico?

Giuda. Si va a Gerusalemme...

Fariseo. Strada difficile, per quel che si dice...
Senti un po’ Giuda!
Se il maestro dovesse morire, chi porterà avanti l’impresa?


Giuda. Il maestro gode ottima salute...
Comunque tanto per rispondere, la porteranno avanti i suoi discepoli.
No?


Fariseo. Allora, comanderete tutti e nessuno combinerà qualcosa...

Giuda. Il comando non è una cosa importante, alla fine lo avrà la persona giusta.

Fariseo. Oppure invece chi riuscirà ad impossessarsi del potere?
Ma, se tu hai la cassa della compagnia, dovrebbe essercene abbastanza per dire che sei la persona più adatta?


Giuda. Ebbene il maestro non è ancor morto!

Fariseo. È vero non è ancora morto...
Ma le sue simpatie, ogni giorno che passa, son sempre di più per Pietro, piuttosto che per te...
Fose ti ha affidato l’amministrazione per tenerti buono oppure per mettere alla prova le tue intenzioni e le tue capacità?
Comunque chi ha i soldi ha pur sempre in mano molte possibilità!


Giuda. Il potere serve a fare tante cose...

Fariseo. Tutto! Tutto quello che si vuole... E con i soldi...

Giuda. Il Signore ha fatto tutto senza nessun potere e senza un euro...

Fariseo. Perché al momento buono c’era chi gli forniva il necessario, come hai sempre fatto tu...

Giuda. Non capisco perché parli tanto di soldi...

Fariseo. Perché anche noi ne abbiamo e sappiamo anche a chi darli...
Non certo a chi li sperpera nelle cosiddette opere buone, ma piuttosto a chi li sa usare per la giustizia.
È tanto semplice aiutare un po’ qui ed un po’ lì, difficile è cambiare la società.
Soldi e potere alle persone valide e non ai miserabili senza un po’ di orgoglio!
... Comunque un altro discorso.
Mi hanno detto che avete litigato per chi sia il più grande tra di voi...


Giuda. Chi: ‘avete’?
Io non litigo mai!


Fariseo. Perché tu sei un uomo prudente...
Oppure perché sei superiore agli altri...
Stammi a sentire, Giuda, chi è il più grande tra di voi?


Giuda. Chi sa servire.

Fariseo. Chi sa servire la causa e quindi tu sei il più grande!

Giuda. Il più grande nel regno dei cieli è colui che sa servire sulla terra...
Fariseo. Servire per organizzare una società nuova...

Giuda. Come si potrebbe fare?
Come faresti tu se la dovessi organizzare?


Fariseo. Basterebbe cambiare chi è al potere...

Giuda. Il solito potere con persone diverse?

Fariseo ... E con idee nuove ...

Giuda. Insomma io credo che si riuscirà a fare un mondo diverso...

Fariseo. Da realizzare con un diverso potere...
Pensaci Giuda!
Noi ti vogliamo aiutare...


Giuda. In che modo?

Fariseo. Anche con un finanziamento.
Ma tu devi farti avanti.
Il maestro ha un ideale, ma in quanto a realizzarlo... È un vero tiratardi... Come si fa a perder tanto tempo a questo modo...
Tu si, che sei l’uomo adatto. Tu sei una persona completa! Devi poter contare su di noi!

Ma adesso ti devo lasciare... Ci rivediamo...

Il Fariseo lascia la scena.

Giuda.(tra sé). In strada con gli apostoli si era cominciato a parlare del rinnovamento in Israele, di una società nuova e si è finito con il discutere su chi era più adatto a dirigerla... Costui parte dal fatto che io sono il più adatto ad organizzarla, per assicurare che poi si farà...
Vediamo un po’... Sono gli uomini a cambiar la storia, oppure è il suo evolversi a mettere in luce uomini nuovi?
Questo sarebbe un bel problema per una tesi di laurea!

Entra Giacomo
Giuda. Senti Giacomo, io ho un problema.
Che ti pare: è un mondo nuovo che fa gli uomini nuovi oppure viceversa?


Giacomo. Sta scritto che quando i tempi saranno maturi, e sono questi che noi viviamo, verrà il Messia.
È un dono di Dio accorgersi che abbiamo bisogno di migliorare, noi, tutti, anche socialmente parlando. Questi sono i tempi maturi! E chi ci fa vedere, ci dà anche il modo per provvedere! I tempi nuovi e gli uomini nuovi sono un dono di Dio!


Giuda. Allora non siamo noi soli a cambiare il mondo...
Giacomo. Se le cose le vedi umanamente o, per così dire, scientificamente, sono gli uomini; se le vedi come stanno, non senza il Signore! Perché Dio è padre e lascia fare a noi, ma nessun figlio può far qualcosa a casa sua in disaccordo con il padre.
Ora, poi, è venuto il momento che anche il Figlio dell’uomo è Dio! Con Gesù siamo noi a fare, ma senza di lui non combineremo niente...
Viene Giovanni
Giovanni. Di che parlate?

Giuda. Pressappoco di che si sta a fare al mondo?

Giovanni. Ancora quella storia di chi sia il più grande?

Giacomo. Non proprio. Anche se, sotto, sotto, non è molto diversa.

Giovanni. Ma non vi ha convinto il maestro? Nella società nuova vi sono molti incarichi e quindi molti posti da occupare!

Giuda. Ma cosa sono i ‘molti incarichi’?
Con questo si vuol forse dire che tutti i mandati si equivalgono?
Mentre tutti sanno che chi comanda di più è anche onorato di più?


Giovanni. Di per sé è maggiormente stimato nel mondo vecchio e, alle volte, altrettanto disprezzato. Questo non succederà nella nuova Gerusalemme, che sarà una sola famiglia, con un solo Padre.

Giacomo. Per questo la nuova società si chiama il ‘regno dei cieli’...

Giuda. Può scendere sulla terra il regno dei cieli?

Giovanni. Piuttosto è già sera. È tardi... Il sole tramonta per rispuntar domani, per riportare la sua luce ed il suo calore. Solo chi è disceso dal cielo può portare le cose di lassù sulla terra!

Giacomo. Perché noi crediamo alla potenza dello Spirito! Di più alle cose che non si vedono, che non a quelle che si vedono, perché le cose che non si vedono sono più vere e reali di quelle che si vedono...

Giuda. Affrettiamoci intanto che c’è un po’ di luce, perché sta venendo la notte e andiamo a rischio di non vederci più!

SCENA TERZA
Costruzione di una trama.

Ancora una strada, sullo sfondo la città di Gerusalemme ormai vicina.
Sulla scena i due farisei del primo atto, poi anche Giuda.

Fariseo anziano. Caro mio, qui da soli non si combina niente! È venuto il momento di agire insieme. Il che non vuol dire di far le stesse cose. Io devo fare una parte e tu l’altra. Anzi, davanti a Giuda, non farti vedere troppo d’accordo con me... Ricordati che è tanto sospettoso...

Fariseo giovane. Chi è sospettoso è ladro.

Fariseo anziano. In questo caso sarà anche vero, ma le persone guardinghe non mancano di intelligenza se si sono accorte che a questo mondo ci sono anche i farisei...

Fariseo giovane. Che non sono i più cattivi...

Fariseo anziano. Ma neanche i più buoni...
Allora la necessità impone una certa tattica.
Primo: Devi sempre dire che Giuda ha ragione, anche quando ha torto, poi vedremo a parte tra di noi come fare...
Secondo: Riservati sempre la possibilità di disimpegnarti da qualsiasi presa di posizione e non promettere mai niente del tutto.
Terzo: Non dire mai con chiarezza il tuo parere, né emettere giudizi troppo precisi, meglio che una bugia la dica lui piuttosto che tu, ma se proprio devi dirla, allora deve venir fuori come se l’avessi ascoltata da lui, come se la responsabilità fosse sua.
Quarto: devi parlare come se le cose dovessero andare sempre abbastanza male.
Quinto: Non decidere tu che linea deve tenere Giuda contro il maestro. L’importante è che tu faccia da cassa di risonanza dei suoi malumori, delle sue critiche, dei suoi risentimenti. Insomma sottolinea che lui ha ragione quando critica ed è amareggiato.
Sesto: se si mostra contento e vede le cose dal lato positivo, allora suggeriscigli di essere prudente, di pensare con più attenzione, di vagliare i problemi con un senso critico. Per mal che vada, cioè, se per lui le cose van bene, tira fuori almeno i problemi. Comunque critica e problematica fan sempre meglio al caso nostro.
Settimo: Siigli comunque amico. Mi spiego.., mostrati sempre suo amico, anche se non è vero...
Ottavo: La cosa più importante è che tu devi credere sempre, malgrado tutte le apparenze contrarie, malgrado tutte le sue affermazioni che non è un santo, che non lo diventerà mai e che non lo potrà mai essere. Perché in ogni uomo c’è sempre un po’ del Fariseo, lo voglia o no.
Senza questa convinzione, non si può nemmeno sapere su quale strada indirizzarlo...


Fariseo giovane. Ma, scusa se ti interrompo, e tu cosa fai?

Fariseo anziano. Io sto zitto. In due non si può parlare. Io devo star zitto, devo stare attento.

Fariseo giovane. E, se Giuda non dice niente, se non si espone...?

Fariseo anziano. Allora faccio io la parte di Giuda. Mi metto a parlare con te come parlerebbe lui, come se fossi lui stesso, finché non lo trasciniamo nella discussione.

Fariseo giovane. E poi?

Fariseo anziano. E poi, quando parla lui, io sto zitto.

Fariseo giovane. E cosa fai?

Fariseo anziano. Te lo dicevo.
Sto attento: lo osservo; osservo ogni suo sentimento, quelli più nascosti, che affiorano con un aggrottarsi furtivo di un sopracciglio, che svelano però una ruga scavata nel tempo. Quel sentimento è prezioso. Da lì dobbiamo cominciare, lì dobbiamo costruire il contrasto con il maestro. Ogni piccola divergenza deve diventare a poco a poco un odio insanabile.


Fariseo giovane. Ma tu, per parlar così, conosci già i pensieri di Giuda?

Fariseo anziano. Certo!
Molto più di quel che tu pensi: ecco che viene il mio Informatore.


Entra una persona tale e quale Giuda che sembra la sua copia autentica.

Fariseo giovane. Ma non è lo stesso Giuda?

Fariseo anziano. Sembra, ma non lo è. Infatti ha un piccolo particolare che lo rende diverso da lui: egli riferisce a me tutto quello che mi fa comodo sapere sul suo conto, per il resto è come se fosse la scimmia di Giuda.
Ricordatelo bene: se vuoi scoprire quello che uno pensa, (bada bene, non quello che uno dice), devi sforzarti di essere la sua copia perfetta. Allora non avrai più bisogno di chiedergli qualcosa, ma sentirai nascere in te stesso quei medesimi pensieri che stanno nascendo nella testa del tuo sosia.


Fariseo giovane. Non è troppo difficile?

Fariseo anziano. Non tanto per chi si è abituato alla falsità.

Fariseo giovane. Ma chi è veramente falso?

Fariseo anziano. Non chi dice le bugie, ma chi è capace di vivere doppiamente. Chi è una o l’altra persona secondo il bisogno.

Fariseo giovane. Un arricchimento della propria personalità, allora?

Fariseo anziano. O un impoverimento, a seconda se quel bisogno che lo fa vivere due volte è per i propri interessi o per quelli del prossimo...

Fariseo giovane. Si può usare di questa trasformazione per amar qualcuno?

Fariseo anziano. Proprio così. Per amarlo quanto e come lui vuol essere amato. In questo caso però è impossibile la falsità e la doppiezza. Infatti, per far tanto, bisogna esser pronti a morire...

Fariseo giovane. A morire? Perché?

Fariseo anziano. Non c’è scampo! Il sosia che è falso vive alle spalle dell’altro. Quello che ama lascia l’altro vivere sulla propria morte...

Fariseo giovane. Ma non è troppo difficile?

Fariseo anziano. Anzi eroico!

Fariseo giovane. Allora non è possibile!

Fariseo anziano. Quindi la falsità diventa un modo per salvarsi!
Comunque per il debole è sempre una necessità!
Ma chi vuol confessare a se stesso di essere un debole?
Ora però dobbiamo ascoltare le notizie del nostro Informatore.


Fariseo anziano. (Rivolto al nuovo entrato). Ben venuto!

Informatore. Buon giorno!

Fariseo anziano. Missione compiuta?

Informatore. (Accennando al Fariseo più giovane). Posso parlare liberamente?

Fariseo anziano. Sta tranquillo: è dei nostri!

Informatore. Missione compiuta!

Informatore. (A mezza voce). Cosa non si farebbe per la fabbrica dell’appetito!

Fariseo anziano. Insomma com’è andata?

Informatore. Bene!
E come! Assente il maestro hanno discusso continuamente in disaccordo tra di loro...


Fariseo anziano. Chi ha litigato?

Informatore. Tutti.

Fariseo anziano. Ah! Ah! Noi vogliamo farli litigare e loro lo fanno già da sé.
Molte volte non è poi tanto necessario provocare le liti. Quelli che cercano la verità si lasciano facilmente provocare da essa! La verità divide come una spada. Di due persone che stanno insieme, una verrà presa e l’altra lasciata.
Per noi, invece, è più facile andar d’accordo, almeno fin che dura la convenienza ed il comune interesse!


Fariseo giovane. Ma se si tratta di interesse, come si può dir comune? L’interesse non è legato all’egoismo di ognuno?

Fariseo anziano. Non sempre!


Fariseo anziano. ( Rivolto all’informatore). Comunque hanno litigato!
Perché?


Informatore. Non vorrei essermi spiegato male. Non è che hanno proprio litigato.
Si son trovati divisi in un’aspra discussione per via di una cosa che non ho capito bene! Si tratta che tutti dovrebbero prendere la propria croce e qui la paura e la prudenza li ha fatti tutti un po’ recalcitranti...

Insomma adesso c’è un’aria bassa!

Fariseo anziano. Prendere la croce?
Perché?
In croce si va per morire!
Si capisce che sono tristi. La cosa non mette certo allegria!
Hanno paura o sono addolorati? A noi serve sapere che hanno tutti paura.


Fariseo giovane. Parlando con Giuda devo dir che è giusto aver paura?

Fariseo anziano. Meglio di no.
Chi vuol far la figura del vigliacco?
A meno che non si confidi con te in questo senso.
Comunque più che sulla paura punta sulla prudenza che quella è pur sempre necessaria...


Fariseo anziano. (Rivolto all’informatore). Adesso è meglio che te ne vai. Sta venendo Giuda...

L’Informatore si allontana, viene Giuda.

Fariseo anziano. Guarda che faccia! Caro mio, qui non è proprio difficile leggere i sentimenti. È così arrabbiato che non potrà nemmeno diventare un Fariseo.
Forse non siamo riusciti a guadagnarcelo...
Forse Giuda è perso per tutti!


Giuda.(Tra se) Cose da pazzi!
Sembra che il maestro sia venuto al mondo con il desiderio di farsi impiccare!
Pazienza essere depressi, ma qui è una mania!
Come si fa a seguire uno che predica la necessità della sofferenza?
Insomma vuol fare il martire?
Bella figura!
Che la faccia pure lui la bella figura!
E noi?
Io no di certo!
Non si sa proprio che gli sia capitato.
Disgraziato! Dopo tre anni, osannato dai disperati, assediato dai pezzenti, supplicato dai malati, discusso dagli intellettuali, perseguitato dai farisei, braccato dalla polizia... Il suo cervello non ha retto!
Alla larga!
Si salvi chi può!
Ma come?
Ormai è diventato anche un pericolo per gli altri. I matti non si possono curare, devono essere rinchiusi...
D’altra parte è l’unico che sia riuscito a mettere in crisi la società attuale!
Anzi la stessa idea di Dio!
Si è dichiarato Figlio di Dio!
Può un uomo essere Dio?
E poi, può un Dio morire?
Allora anch’io potrei essere un dio!
Ma oggi sono un diavolo!
Ah! Ah! Un diavolo!
E lui ci ha chiamati Satana.
Pietro: Satana!
Così impara a parlare!
Ben gli sta al successore!
Io: Satana, se avessi aperto bocca!
E questo per averlo consigliato di sfuggir la croce!
Chi è Satana noi o lui?
Non lo dicono anche i farisei che si regge in virtù del demonio!


I due farisei si avvicinano a Giuda.

Fariseo anziano. Buon giorno, Giuda!

Giuda. Al diavolo!

Fariseo giovane. Dici bene! Se si va avanti così si va a finire tutti al diavolo!

Fariseo anziano. O peggio in croce!

Giuda. In croce ci vada chi ci vuol andare!

Fariseo giovane. Certo! Che ci vada!

Giuda. Piuttosto che rovinare gli altri!

Fariseo giovane. Appunto per evitare una rovina generale...

Fariseo anziano. Giuda, parli del maestro...

Giuda. E chi, se non di lui?

Fariseo anziano. Bisogna prendere una decisione!

Giuda. Vuole andare in croce!

Fariseo giovane. Se lo vuole lui, che ci vada!

Fariseo anziano. È che non ci andrà mai se non lo aiutiamo un poco...

Giuda. Certo! Sarebbe il caso di farlo...

Fariseo anziano. Tanto se è il Messia saprà anche come scenderne...
Ha salvato tanti, salverà anche se stesso e sarà un miracolo aggiunto agli altri.

Giuda. Non ci credo poi più tanto!
È nato per dividere gli animi. Per metterci l’uno contro l’altro...

Fariseo anziano. Contro i Romani...

Giuda. Piuttosto contro le nostre leggi!

Fariseo anziano. E contro le autorità tradizionali.

Giuda. Certo anche contro i farisei.
E, se non fate voi qualcosa, il popolo andrà in rovina...

Fariseo anziano. Bisognerebbe costringere il maestro a confrontarsi con il consesso nazionale. Dovrebbe comparire davanti al sinedrio...
E, magari, nel frattempo, toglierlo dalla circolazione per un po’ di tempo, almeno per un periodo di riflessione...


Giuda. E allora arrestatelo!

Fariseo anziano. Già, così si provoca una sommossa popolare...

Giuda. Ma, di notte, che nessuno se ne accorga...

Fariseo anziano. Quando?
Dove?

Giuda. Dove? Quando? A Gerusalemme, quando si ritira a pregare nell’orto degli ulivi...

Fariseo anziano. È una buona idea.., ma facciamoci da parte.
Sta venendo gente. Sono delle donne pellegrine.


SCENA QUARTA
Donne pellegrine

Allontanatisi Giuda e i farisei entrano le donne.
È il tramonto.
Poco dopo Giuda rientra in scena.

Una Donna. Vien presto sera su questa terra e il mondo muore nel buio della notte...

Un’altra Donna. Anche oggi un lungo cammino e non siamo ancora arrivate...

Entra Giuda

Una Donna. Ehi! Buon uomo, quanto tempo ancora per arrivare a Gerusalemme?

Giuda. Chi è buono su questa terra?
Vorrei già essere a Gerusalemme per fare un po’ di giustizia!


La donna di prima. Vuoi far giustizia da te?
Ti credi un dio per rubargli il mestiere?


Giuda. Ci son dei forsennati a questo mondo!

Donna. Non mi pari tu quello più tranquillo!

Giuda. Sono stato imbrogliato!

Donna. Allora ti capisco...
Nei soldi?


Giuda. Peggio!
Credevo di avere un amico e invece è un impostore.


Donna. Come ti compatisco!
Se si perde la persona amata si può anche dire che è un mascalzone, oppure lo si può perfino compiangere, ma tutto questo non fa che aumentarne le pene quando scuse e accuse non riescono ad alleviar il dolore...


Giuda. Ma io ho mai amato costui?

Donna. Se invece hai perso chi non hai amato, allora, la colpa è tua...
Chi è causa del suo mal pianga se stesso...


Giuda. Cosa ne sai tu, strega dell’accidente!
Adesso vieni tu a far le prediche a casa mia!...


Donna. Scusami... Non sapevo...

Giuda. Va avanti per la tua strada!
Ti aspetta Gerusalemme, la città dove muoiono i profeti...


Donna. E sulla cui tomba ci inginocchieremo a pregare...

Giuda. Se sarà il caso...
Intanto, va avanti!
Non perder tempo con me...
Non perdere altro tempo con me!


Donna. Avanti!
Continuiamo la nostra strada verso Gerusalemme.
Il cammino del nostro teatro... Perché così è il mondo.
E sulla scena c’è sempre un qualche Fariseo: un diavolo che è l’amico della tua amarezza, la cassa di risonanza dei tuoi risentimenti, l’adulatore delle tue critiche.
E c’è anche una donna, che si trova lì per caso, forse l’amica dei tuoi propositi, la serenità dei tuoi pensieri, il conforto del tuo dolore, talvolta anche un ammonimento per te...
Così la vita: una commedia appena cominciata, che finirà a suo tempo, tanto tempo fa.
Che potrebbe cominciare e finire ogni tempo, anche quello che è oggi.
Avanti!
Per quanto ancora?
Avanti sul nostro cammino!